![occhiali protettivi Arburg](https://www.polimerica.it/public/immagini/2020%20materiali%20e%20app/arburg_occhiali.jpg)
Nei giorni scorsi, Negri Bossi ha avviato nel suo stabilimento di Cologno Monzese maschere protettive in TPE (
leggi articolo). In una ideale staffetta di costruttori di presse ad iniezione uniti nella lotta al coronavirus,
Arburg ha iniziato a stampare
occhiali protettivi in
poliammide 12 per medici, infermieri e soccorritori, rimettendo in funzione un’isola di stampaggio allestita in occasione del
K2019 per produrre occhiali antinfortunistici e coinvolgendo nel progetto i due partner di allora: il fornitore di materiale
Ems-Chemie e il produttore di occhiali
Uvex.
Il costruttore tedesco ha risposto ad una
richiesta di aiuto giunta a fine marzo da un
medico dell'ospedale di
Rottweil, il quale aveva sentito dire che in occasione di una fiera di settore Arburg aveva prodotto a scopo dimostrativo occhiali protettivi che avrebbero potuto essere impiegati per proteggere il personale sanitario dai rischi di contagio attraverso gli occhi.
![Warburg training center](/public/immagini/2020%20aziende/arburg_training_center.jpg)
Avendo già pronto lo stampo (di proprietà Ems-Chemie) e sfruttando il know-how di Uvex per ottenere la certificazione CE, Arburg ha allestito rapidamente una
pressa elettrica dotata di
robot e, una settimana prima di Pasqua, ha avviato presso il nuovo
Training center di Lossburg (
leggi articolo) la produzione di occhiali protettivi, utilizzando a questo scopo
500 kg di PA12 Grilamid forniti gratuitamente da Ems-Chemie. Il primo lotto di
20.000 paia di occhiali protettivi dovrebbe essere pronto nei primi giorni di maggio per la distribuzione a ospedali, case di cura e Protezione civile in Germania e Svizzera.
Equipaggiata con una pressa elettrica
Allrounder 570 A con forza di chiusura di 200 tonnellate, dotata di unità di controllo
Gestica, l’isola opera con un tempo di ciclo di circa
50 secondi: al termine dello stampaggio, un
robot a sei assi provvede alla movimentazione degli occhiali, che dopo il controllo qualità e l’eliminazione dei pezzi difettosi, vengono impacchettati singolarmente, a mano, al termine di una linea di confezionamento messa a disposizione dal costruttore tedesco
Packmat.
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