
Dopo un lustro di crescita ininterrotta, il
mercato italiano dei
serramenti in PVC l'anno scorso si è fermato, segnando un consumo pari a poco più di
9,5 milioni di metri lineari di profili per finestra, il
4% in meno rispetto al 2019 (
leggi articolo). Una flessione nel complesso contenuta considerando gli effetti dell'emergenza pandemica sull'economia e sui consumi, anche grazie agli
incentivi fiscali per la sostituzione dei vecchi serramenti, che hanno sostenuto la domanda. Il giro d’affari è stimato in
572 milioni di euro, contro i 615 milioni dell'anno precedente.
A fornire una fotografia del settore è, come ogni anno, è la ricerca sul mercato del serramento in PVC pubblicata dal Gruppo Serramenti e Avvolgibili di
PVC Forum Italia in collaborazione con 10 aziende associate (Alphacan, Aluplast, Deceuninck, Finstral, Gealan, Profine, Rehau, Salamander, Schüco e Veka), che insieme rappresentano la maggior parte del mercato delle finestre in materiale plastico.

Le
Unità Finestra in PVC (serramento standard utilizzato come riferimento, UF) prodotte nel 2020 sono state
1.592.899, con un sostanziale equivalenza tra profili bianchi (52%) e pellicolati (48%), escludendo dal computo le persiane, mentre sono compresi i profili per finestre scorrevoli. Traducendo il dato in volumi, si tratta di
28.672 tonnellate di profili in PVC, sulla base di un peso medio di 18 Kg per serramento.
Aggiungendo le
importazioni dall’estero, difficilmente quantificabili con esattezza e stimate in 530.000 unità, si arriva a circa
2.120.000 serramenti in PVC realizzati l'anno scorso in Italia (pari a 38.160 ton), con una penetrazione del
42% sul totale che, calcolando tutti i materiali alternativi, si attesta intorno a 5 milioni di unità. Una continua erosione, a beneficio del PVC, considerando che nel 2000 la quota di questo materiale sul totale era intorno al 15%.
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