16 settembre 2021 12:05
Trentotto CEO dell'industria statunitense delle materie plastiche hanno inviato nei giorni scorsi una lettera ai rappresentanti del Congresso chiedendo che venga abbandonata la proposta di istituire una tassa di 20 centesimi di dollaroper libbra sulla vendita di plastica vergine, che dovrebbe aiutare a ripianare il bilancio federale.
Secondo i top manager firmatari dell'appello, si tratta di una tassa regressiva, che colpirà maggiormente le fasce deboli della popolazione impattando sulla vendita di beni essenziali. Si stima infatti un introito di 120 miliardi di dollari, che ricadrà sui consumatori con aumenti del costo della plastica fino al 26%.
Questa imposta incoraggerebbe inoltre l'importazione di prodotti da paesi come la Cina, a svantaggio dei produttori americani, e spingerebbe verso l'utilizzo di materiali alternativi, che non sempre presentano profili ambientali migliori considerando l'intero ciclo di vita del prodotto.
Secondo gli industriali del settore, infine, la tassa potrebbe non funzionare nel ridurre in modo significativo i rifiuti plastici, poiché i ricavi sono destinati a coprire spese governative non correlate alla gestione dei rifiuti.
Come alternativa, i produttori americani di plastiche riuniti nell'American Chemisty Council (ACC) hanno proposto 5 azioni per un cambiamento sostenibile il passaggio ad un'economia circolare (leggi articolo), tra cui imporre un contenuto di riciclato del 30% negli imballaggi in plastica entro il 2030 e introdurre un sistema di responsabilità estesa per i produttori di imballaggi, al fine di favorire la creazione di infrastrutture di raccolta e riciclo.
In Senato è anche in discussione il disegno di legge Reduce (Rewarding Efforts to Decrease Unrecycled Contaminants in Ecosystems, S.2645) che prevede, a partire dal 2022, un'imposta di 10 centesimi di dollaro per libbra a carico della plastica utilizzata negli articoli monouso, inclusi imballaggi, borse e contenitori per la ristorazione. Esente solo il materiale esportato e quello ottenuto dal riciclo post-consumo. La tassa salirebbe poi a 15 centesimi nel 2023 per arrivare a 20 centesimi per libbra nel 2024.
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