21 giugno 2022 07:33
Sono stati rinviati a giudizio i 37 imputati di una colossale frode carosello nel commercio di materie plastiche scoperta nel 2019, dopo tre anni di indagini, dalla Guardia di Finanza di Prato nell'ambito dell'operazione "Gagaro" (leggi articolo).
Le operazioni fraudolente, secondo l'accusa, hanno coinvolto una trentina di società, alcune mere "cartiere". Le indagini avevano portato tre anni fa a 17 arresti, 20 denunce e 30 milioni di euro sottoposti a sequestro preventivo.
Un impianto che ha retto alle indagini, tanto che il sostituto procuratore Laura Canovai ha chiesto il rinvio a giudizio di 37 persone per reati quali associazione a delinquere finalizzata a reati finanziari tra cui dichiarazione fraudolenta ed emissione di fatture per operazioni inesistenti, omesso versamento di Iva e indebita compensazione.
Al centro della frode operazioni inesistenti nel commercio di materie plastiche per 600 milioni di euro tra Italia, Slovenia e Repubblica Ceca, con una evasione tra Iva e omessi versamenti di imposta stimata in 100 milioni di euro. Il tutto attraverso triangolazioni che avevano lo scopo di produrre "carta", senza un effettivo scambio di merci.
L’indagine ha avuto inizio da una verifica fiscale condotta dal Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Prato nei confronti di una società locale attiva nel commercio di materie plastiche. L’azienda - di fatto una cartiera non avendo dipendenti, depositi, magazzini o attrezzature - nel suo primo anno di attività risultava aver conseguito un giro d’affari di 20 milioni di euro, omettendo il versamento di circa 4,3 milioni di euro di Iva.
Il nome dell'operazione, Gagaro, si rifà al nomignolo con cui i principali indagati si rivolgevano fra loro vantandosi, come "gagà", della bella vita che potevano condurre grazie ai guadagni illeciti.
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