23 giugno 2022 08:33

Nel 2021 i
consumi di
PVC in Italia sono tornati sopra quota 600.000 tonnellate. Non solo: hanno fatto un balzo indietro di sei anni anni, riposizionandosi a
650.000 ton, in netta controtendenza rispetto al lento declino iniziato nel 2018. L'analisi del mercato, puntuale ogni anno, arriva dall'indagine di mercato elaborata da
Plastic Consult per conto di
PVC Forum Italia.
Nell'anno appena trascorso i consumi di PVC da parte di trasformatori nazionali e compounder sono cresciuti a doppia cifra (
+10%), un tasso superiore alla media delle materie termoplastiche (+5% a 5,62 milioni di tonnellate).
Suddividendo il dato tra
rigido e flessibile, il primo registra un consumo di
316.000 tonnellate, mentre il
plastificato ammonta a
334.000 ton. Il 66% è costituito da resina tal quale, mentre il 34% è stato trasformato in compound, segmento che ha beneficiato soprattutto della forte domanda interna.
La suddivisione per
settore applicativo, riportata nella tabella seguente, resta sostanzialmente simile a quella del passato.

L’edilizia si conferma al primo posto con circa un terzo dei consumi totali: 223.000 tonnellate, in crescita del +16% rispetto all'anno precedente, grazie soprattutto ai benefici effetti degli ecobonus, di cui hanno beneficiato soprattutto i produttori di profili e sistemi in PVC per serramenti. É cresciuto anche, con un tasso più modesto (+5%), il segmento del packaging, ma - in generale - tutte le principali applicazioni hanno mostrato un andamento positivo, superiore al +10% nel caso dell'elettrico, mobile/arredamento, tempo libero, telecomunicazioni e abbigliamento o calzature.

Nel 2021 è cresciuto anche il
riciclo di PVC, con un volume stimato tra
90.000 e
100.000 tonnellate.
Prevale il pre-consumo, con un trend sostanzialmente allineato all'andamento del polimero vergine e della trasformazione. Il PVC rigenerato viene normalmente utilizzato in miscela con il polimero vergine nelle applicazioni finali.
Nel caso del
PVC rigido, l’impiego di
riciclato risulta prevalente nella produzione di tubi, profilati e monofili per spazzole, mentre per il riciclato plastificato, che assorbe gran parte di quello post-consumo, la destinazione finale è soprattutto nella produzione di tubi per giardinaggio, membrane impermeabilizzanti e calzature (suole).
Per quanto concerne l'anno in corso, le stime non sono facii: i fattori destinati ad influenzare il settore sono prevalentemente esterni: costo dell’energia, prezzi e disponibilità delle materie prime, logistica e oneri di trasporto, inflazione. In generale -rileva Plastic Consult - la produzione industriale nel suo complesso ha tenuto nel corso del primo trimestre, ma sul resto dell’anno domina l'incertezza.
Volendo azzardare previsioni, per il PVC rigido si prospetta un discreto primo semestre. Il livello della domanda in edilizia è ancora molto alto, come evidenziato dal trend dei profili ottenuti da resina e del compound, anche se il segmento dei tubi mostra qualche segnale di sofferenza.
Il PVC plastificato, dopo aver chiuso un buon 2021, mantiene un trend positivo anche nell'inizio d'anno: la domanda è vivace e tutte le principali applicazioni sono attese in crescita, quanto meno nei primi 6 mesi.
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