12 dicembre 2022 08:40
Il Consiglio dell'Unione europea ha approvato il mandato per i negoziati con il Parlamento europeo sulla nuova direttiva destinata a inasprire le pene legate alla criminalità ambientale, migliorare le indagini e l'azione penale.
La proposta modifica la Direttiva adottata nel 2008, che si è rilevata non adeguata a contrastare il fenomeno poiché sono stati pochi i casi in cui le indagini si sono concluse con esito positivo e con una condanna a carico dei responsabili, i livelli sanzionatori imposti si sono rivelati troppo bassi per risultare dissuasivi e la cooperazione transfrontaliera non è stata attuata in modo sistematico.
La proposta del Consiglio definisce con maggiore precisione cosa debba intendersi per criminalità ambientale, aggiunge nuovi tipi di reati rispetti ai nove già presenti nel diritto penale dell'UE e armonizza le sanzioni per le persone fisiche, introducendo per la prima volta anche quelle per le persone giuridiche.
Il mandato negoziale definisce 20 reati, ampliando e precisando l'ambito delle azioni vietate in quanto causano un danno all'ambiente. I nuovi reati comprendono, tra l'altro, anche il riciclo illegale di componenti inquinanti di navi e le violazioni gravi della legislazione in materia di sostanze chimiche.
Per le persone fisiche, il testo stabilisce tre diversi livelli di sanzione: per i reati dolosi che provocano il decesso di persone, è prevista una pena massima di almeno dieci anni di reclusione; per i reati commessi quanto meno per grave negligenza che provocano il decesso di persone, una pena massima di almeno cinque anni di reclusione; mentre per altri reati dolosi previsti dalla normativa, una pena massima di almeno cinque anni o tre anni di reclusione
Nel caso delle persone giuridiche, sono due i gradi: per i reati più gravi, una sanzione pecuniaria pari ad almeno il 5% del fatturato globale o, in alternativa, 40 milioni di euro; per tutti gli altri reati, viene fissata una sanzione massima pari ad almeno il 3% del fatturato, oppure - in alternativa - 24 milioni di euro.
Oltre a queste, possono anche essere adottate misure supplementari, tra cui l'imposizione dell'obbligo di ripristinare l'ambiente o di compensare i costi connessi ai danni, l'esclusione dall'accesso ai finanziamenti pubblici o il ritiro di permessi o autorizzazioni.
É anche prevista una formazione per chi si occupa di accertare, indagare, e perseguire i reati ambientali e viene ribadita la necessità di assegnare risorse adeguate. Il testo contiene, inoltre, disposizioni in materia di sostegno e assistenza alle persone che segnalano reati ambientali, ai difensori dell'ambiente e alle persone colpite da reati ambientali.
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