4 novembre 2025 08:45
Durante l'evento Iniezione Next, organizzato nei giorni scorsi da Arburg per illustrare ai clienti italiani la nuova serie di presse Trend, abbiamo incontrato Simone Blanzieri (nella foto), senior sales consultant della società di consulenza Atlante Group, chiamato a spiegare agli stampatori presenti alla open house gli ultimi sviluppi in tema di incentivi agli investimenti.
Il 31 dicembre di quest'anno scadono infatti le misure del Piano 4.0 e Transizione 5.0, che con la manovra finanziaria presentata dal Governo nelle scorse settimane - non ancora definitiva - saranno sostituite da una vecchia conoscenza, l'Iperammortamento. Si tratta di un meccanismo di maggiorazione del costo fiscale ai fini della determinazione delle quote di ammortamento e dei canoni di leasing, valido per gli investimenti effettuati dal 1 gennaio fino al 31 dicembre del 2026, prorogabile al 30 gennaio 2027 in caso di ordine seguito da un acconto di almeno il 20% versato entro la fine del 2026.
Con Blanzieri cerchiamo di capire se conviene più alle aziende il ritorno al passato. "Se la proposta del Governo non subirà modifiche in Parlamento, torniamo alle prime misure di incentivazione introdotte con la Legge di Bilancio 2017, pur con qualche novità - esordisce il consulente di Atlante -. La principale è che sono previste due serie di aliquote, corrispondenti, rispettivamente, ai criteri del piano 4.0 e di Transizione 5.0. Nel primo scaglione, fino a investimenti pari a 2,5 milioni di euro, la maggiorazione è del +180% che sale al +220% in caso di efficientamento energetico".
A conti fatti, per un'azienda era più conveniente il credito d'imposta che scade a dicembre o il nuovo iperammortamento in vigore l'anno prossimo?
Non c'è una risposta univoca. Il credito d'imposta è senz'altro più accessibile. Si può applicare alla dichiarazione F24 e ne possono beneficiare tutti, dato che compensa contributi, IVA e imposte, anche se non ci sono utili da dichiarare in bilancio. Inoltre, il ritorno è rapido, addirittura in un'unica soluzione nel caso di Transizione 5.0.
Con l'iperammortamento, invece, il beneficio viene spalmato sul periodo di ammortamento del bene, ma se si è abbastanza capienti in termini di imponibile, il beneficio fiscale netto è nettamente più alto: parliamo di un 42-43% di risparmio con l'ammortamento al +180%, ben superiore al 20% di credito d'imposta, che sale al 52,8% se si può accedere all'iperammortamento del +220%, superiore alla soglia massima del 45% prevista da Transizione 5.0. Bisogna però avere utili e versare imposte; oppure allungare ulteriormente il periodo in cui spalmare i benefici fiscali.
Quindi, sono misure meno 'democratiche'?
Non necessariamente. Anche le piccole e medie aziende fanno utili, o hanno Irpef o Ires da compensare. Diciamo che aziende di maggiori dimensioni hanno in genere un'imponibile più alto e quindi potrebbero trarre un maggiore beneficio in un tempo minore.
Tutto bene quindi per l'industriale che vuole investire?
La conferma di misure di incentivazione è senz'altro una buona notizia per il settore; va però ricordato che, così come è stata formulata dal Governo, ad oggi, l'iperammortamento sarà in vigore solo per un anno, il 2026. Rimane l'incertezza per aziende che hanno già avviato l'investimento nel 2025.
Può spiegarsi meglio?
Chi ha bisogno oggi di una nuova macchina si trova davanti a un dilemma: può accedere agli attuali incentivi, ma deve essere sicuro che la consegna del bene avvenga entro il 31 dicembre, se no perde i benefici di Transizione 5.0. Potrebbe decidere di accedere all'iperammortamento, ma - in questo caso - deve ordinare la macchina a partire dal 1° gennaio 2026 e non prima, a meno che non venga introdotto un meccanismo di retroattività, come era stato fatto nel 2022 con il credito d'imposta per evitare il congelamento degli investimenti a fine anno. La terza opzione è accontentarsi del credito d'imposta al 20%, che non è sottoposto agli stessi rigidi criteri di Transizione 5.0, finanziata con i fondi del PNRR: in questo caso si può ordinare il bene entro fine anno con consegna fino al 30 giugno 2026.
In sintesi, ritiene che i nuovi incentivi possano sostenere il settore anche l'anno prossimo?
L'iperammortamento, come è stato concepito, è senz'altro un efficace strumento per incentivare gli investimenti. Sempre che le aziende siano propense a investire anche in tempi di incertezza, soprattutto quelle più piccole. Penso che saranno le imprese più grandi a sostenere le vendite, poiché dispongono di una visione più lungimirante, oltre a risorse finanziarie e capacità analitica per valutare investimenti anche in tempi difficili.
Qual è la vostra funzione, nell'ambito della consulenza sugli incentivi?
Supportiamo le imprese lungo tutto il percorso, dalla valutazione delle misure più convenienti in base all'investimento e ai requisiti tecnologici richiesti, fino alla verifica della rispondenza dei documenti con le normative fiscali. Anche grazie alla partnership con Arburg, in questi anni abbiamo seguito decine di aziende dello stampaggio a iniezione aiutandole a completare le pratiche, quindi possiamo senz'altro vantare una buona conoscenza del settore.
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