Anche in tempi di recessione, i visitatori non disertano la rassegna milanese. Molto interesse, qualche ordine e una grande voglia di ripartire superata la crisi.
Il timore di veder confermato in Fiera il profondo stato di depressione economica ed emotiva che sta colpendo il comparto della plastica e gomma non si è avverato, e gli espositori del Plast09 – insieme con gli organizzatori - hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Dal secondo giorno (l'apertura è stata tranquilla come al solito), i visitatori hanno cominciato ad affollarsi ai tornelli, dimostrando che, nonostante tutto, gli imprenditori italiani hanno ancora voglia di fare il loro mestiere.
In attesa dei dati ufficiali, che saranno diffusi nei prossimi giorni, gli organizzatori in via ufficiosa confermano che i numeri dell'edizione 2009 appaiono allineati a quelli di tre anni fa, e che – a conti fatti - potrebbero essere addirittura superiori di qualche unità. In ogni caso, un successo che premia gli espositori che hanno deciso di rischiare sul Plast, alcuni dei quali – e non pochi – hanno affermato di aver ricevuto nei cinque giorni di manifestazione contatti di qualità, avviato trattative con possibilità concrete di sbocco e chiuso anche qualche ordine, sia nel settore dell'iniezione che in quello dell'estrusione. Tanto che il clima generale, in chiusura di manifestazione, era quasi euforico.
La crisi non è ancora finita, ovviamente. Le difficoltà permangono e non sarà certo il Plast a risolvere i problemi dei costruttori di macchine o dei trasformatori, soprattutto delle aziende che operano nei settori più colpiti dalla recessione, quali i beni semidurevoli (auto, elettrodomestici ecc.). Ma non pochi tra gli espositori che abbiamo sentito in Fiera hanno rilevato tra i loro clienti un clima meno cupo rispetto a qualche mese fa e la voglia di riprendere “a fare”, a investire, avviando nuovi progetti. Progetti che talvolta restano fermi non per mancanza di coraggio da parte degli imprenditori, ma per oggettive difficoltà nell'ottenere credito per gli investimenti, o per i tempi di pagamento dilatati oltre ogni misura, che minano la stabilità finanziaria anche delle aziende più sane e solide.
Il Plast09 si è caratterizzato quest'anno anche per la sua sobrietà: via gli stand faraonici animati da “nani e ballerine”, maggiore attenzione ai costi, un atteggiamento misurato, ma non dimesso: numerosi gli impianti in funzione, anche di grande taglia, e qualche novità interessante, anche se il fattore tecnologico è passato in secondo piano rispetto all'attenzione nel cogliere anche i più piccoli segnali di ripresa. Tutti si augurano infatti di essersi lasciati alle spalle il periodo più nero: se la crisi sarà ancora lunga, che almeno si intravveda una luce in fondo al tunnel.
30 marzo 2009 09:39
Anche in tempi di recessione, i visitatori non disertano la rassegna milanese. Molto interesse, qualche ordine e una grande voglia di ripartire superata la crisi.
Il timore di veder confermato in Fiera il profondo stato di depressione economica ed emotiva che sta colpendo il comparto della plastica e gomma non si è avverato, e gli espositori del Plast09 – insieme con gli organizzatori - hanno potuto tirare un sospiro di sollievo. Dal secondo giorno (l'apertura è stata tranquilla come al solito), i visitatori hanno cominciato ad affollarsi ai tornelli, dimostrando che, nonostante tutto, gli imprenditori italiani hanno ancora voglia di fare il loro mestiere.
In attesa dei dati ufficiali, che saranno diffusi nei prossimi giorni, gli organizzatori in via ufficiosa confermano che i numeri dell'edizione 2009 appaiono allineati a quelli di tre anni fa, e che – a conti fatti - potrebbero essere addirittura superiori di qualche unità. In ogni caso, un successo che premia gli espositori che hanno deciso di rischiare sul Plast, alcuni dei quali – e non pochi – hanno affermato di aver ricevuto nei cinque giorni di manifestazione contatti di qualità, avviato trattative con possibilità concrete di sbocco e chiuso anche qualche ordine, sia nel settore dell'iniezione che in quello dell'estrusione. Tanto che il clima generale, in chiusura di manifestazione, era quasi euforico.
La crisi non è ancora finita, ovviamente. Le difficoltà permangono e non sarà certo il Plast a risolvere i problemi dei costruttori di macchine o dei trasformatori, soprattutto delle aziende che operano nei settori più colpiti dalla recessione, quali i beni semidurevoli (auto, elettrodomestici ecc.). Ma non pochi tra gli espositori che abbiamo sentito in Fiera hanno rilevato tra i loro clienti un clima meno cupo rispetto a qualche mese fa e la voglia di riprendere “a fare”, a investire, avviando nuovi progetti. Progetti che talvolta restano fermi non per mancanza di coraggio da parte degli imprenditori, ma per oggettive difficoltà nell'ottenere credito per gli investimenti, o per i tempi di pagamento dilatati oltre ogni misura, che minano la stabilità finanziaria anche delle aziende più sane e solide.
Il Plast09 si è caratterizzato quest'anno anche per la sua sobrietà: via gli stand faraonici animati da “nani e ballerine”, maggiore attenzione ai costi, un atteggiamento misurato, ma non dimesso: numerosi gli impianti in funzione, anche di grande taglia, e qualche novità interessante, anche se il fattore tecnologico è passato in secondo piano rispetto all'attenzione nel cogliere anche i più piccoli segnali di ripresa. Tutti si augurano infatti di essersi lasciati alle spalle il periodo più nero: se la crisi sarà ancora lunga, che almeno si intravveda una luce in fondo al tunnel.
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