L'obiettivo UE di una riduzione del 20% dei consumi energetici nei processi di trasformazione è a portata di mano. Basta investire.
27 settembre 2011 08:05
Euromap, federazione europea che rappresenta le associazioni dei costruttori di macchine e impianti per la trasformazione di plastiche e gomme (in Italia Assocomaplast), ritiene realistico l'obiettivo di ridurre del 20% entro il 2020 i consumi energetici nel settore. L'affermazione si basa sui risultati dello studio “Energy Efficiency: European Plastics and Rubber Machines well placed”, completato prima dell'estate.
Metà è estrusione. Delle cinquanta milioni di tonnellate di plastiche lavorate in Europa (a cui si aggiunge un milione circa di tonnellate di gomma), quasi la metà viene trasformata mediante estrusione e circa un quarto stampato ad iniezione. Il resto è suddiviso tra soffiaggio, termoformatura e altri processi. Il parco macchine a livello comunitario è variegato e molti degli impianti in funzione hanno più di vent'anni, rileva Euromap. Generalmente sono meno datate le macchine che lavorano ad alta velocità – e che quindi si usurano più in fretta -, mentre impianti grandi e complessi tendono ad avere più anni sulle spalle.
Quanto consuma la trasformazione. Il consumo energetico dell'industria europea delle materie plastiche e gomma è stimato complessivamente in 66,5 TWh, ma solo un terzo (22,8 TWh) è imputabile direttamente agli impianti di trasformazione. Il resto va messo in carico a infrastrutture e servizi, per esigenze di riscaldamento, raffresddamento, produzione di aria compressa e altri consumi industriali. Lo studio scende anche più in dettaglio: per esempio, stima in 8 TWh l'energia consumata nelle fasi di plastificazione, ovvero il calore necessario per rammollire i materiali prima della lavorazione; ciò significa che un terzo del consumo può essere assunto come una costante, che si può tagliare solo dotandosi di impianti più moderni.
Tagliare si può. Partendo dai dati dello studio, Euromap ritiene possibile un taglio del 20% dei consumi nei prossimi dieci anni, a condizione di passare a tecnologie più efficienti sotto il profilo energetico, migliorando la produttività e integrando, quando possibile, le lavorazioni. Le tecnologie di trasformazione più obsolete andrebbero sostituite con quelle più moderne, considerando che – per esempio - una pressa ad iniezione di ultima generazione utilizza il 37% in meno di energia, producendo il doppio, rispetto ad una macchina della stessa taglia costruita negli anni '90. Ipotizzando di passare a impianti più efficienti, già oggi disponibili sul mercato, Euromap valuta un risparmio potenziale di 4,5 TWh raggiungibile nel 2020.
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