FareAmbiente vuole appellarsi a Bruxelles contro il bando ai sacchetti non biodegradabili: "c'è rischio di monopolio".
14 febbraio 2012 07:27
Il movimento ambientalista europeo FareAmbiente, che ha preso le difese delle plastiche additivate per essere biodegradabili, ha intenzione di avviare una "nuova procedura di infrazione contro l'Italia", dando mandato ai legali dell'associazione di inoltrare ricorso presso gli organi competenti europei per chiedere l'apertura di un procedimento di infrazione contro l'Italia relativo al decreto Rifiuti in discussione presso la commissione Ambiente del Senato.
Secondo Marco Banini del Comitato nazionale plastiche biodegradabili di Fareambiente, il decreto: "spiana la strada alla creazione di un nuovo monopolio: quello della produzione dei sacchetti per l'asporto di generi alimentari". Riferendosi all'asse tra Italia e Austria che preme verso un'estensione a livello europeo del bando ai sacchetti non biodegradabili, Banini non sembra avere dubbi sull'esito del procedimento: "La lobby Austria-Italia sarà destinata a naufragare contro le giuste regole europee che impediscono di creare monopoli".
A riaprire le ostilità tra produttori di sacchetti additivati e shopper in bioplastica è stato il DL 2/2012, che richiama esplicitamente - seppur non con la necessaria chiarezza - la norma UNI EN 13432 sulla biodegradabilità e compostabilità degli imballaggi; per adeguarsi a questo standard, le plastiche devono biodegradarsi al 90% entro 180 giorni, un risultato che, ad oggi, gli additivi aggiunti al polietilene non sono in grado di garantire. Da qui l'accusa di aver inserito criteri così ristretti per favorire i produttori di bioplastiche.
"Il Governo, siamo certi in buona fede, indicando le caratteristiche dei sacchetti biodegradabili, che devono seguire le indicazioni di una norma tecnica non giuridica, di fatto identifica anche l'unica azienda italiana che può produrli - afferma Banini -. È come se in una gara d'appalto si indicassero le specifiche tecniche di un prodotto, in maniera così precisa che un solo produttore possa rispondere; speriamo sia soltanto un caso che l'unico produttore di quei sacchetti è un'azienda controllata al 100% da un'altra azienda, che vede a sua volta come socio di maggioranza Banca Intesa e come soci, oltre ad alcuni privati, svariati soggetti giuridici internazionali tra i quali una Società Anonima con sede in Lussemburgo". Inoltre, secondo l'esponente di FareAmbiente: "La vicenda assume le sembianze del grottesco, se si considera che sull' Italia pende già una procedura di infrazione dell'Europa proprio nel settore delle bioplastiche". Per fare pressione sul mondo politico, in previsione della ratifica in parlamento del devreto legge, l'Associazione sta organizzando un evento pubblico.
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