La produzione non cresce più, dopo due anni di rallentamento. Anche l'export in affanno.
8 luglio 2013 05:54
Rispetto ad altri comparti industriali, quello rappresentato da Ucimu Sistemi per produrre - ovvero macchine utensili, robot e automazione - può ritenersi ancora fortunato: nel 2012 la produzione è cresciuta dell'1,3% a 4.826 milioni di euro e anche quest'anno, a dispetto della crisi, dovrebbe chiudere in pareggio, a 4.820 milioni di euro (-0,1%).
La dinamica del settore, in ogni caso, resta legata alle esportazioni, cresciute l'anno scorso dell'11% a 3,62 miliardi di euro, mentre quest'anno metteranno a segno un misero +1,8%, attestandosi a 3,68 miliardi. Di contro, il mercato interno scenderà quest'anno di un altro 4% (dopo il -18% del 2012), fermandosi a poco più di due miliardi di euro.
I trend trovano conferma nel posizionamento della nostra industria a livello internazionale, che resta al terzo posto tra i paesi esportatori, ma è scivolata al quinto - sorpassata dalla Corea del Sud (seppur di uno soffio) - nella classifica dei produttori di macchine utensili e robot.
I dati sono stati illustrati nel corso dell'Assemblea annuale di Ucimu dal presidente Luigi Galdabini, che ha esordito accogliendo con favore, non senza qualche riserva, il provvedimento di agevolazione degli investimenti in beni strumentali che il governo ha inserito nel Decreto del Fare. "Occorre che si acceleri la fase di finalizzazione, affinché i contributi stanziati siano adeguati alle reali esigenze e resi disponibili già a partire dall’inizio del 2014 - ha commentato -. Viceversa, l’annuncio, cui non corrisponde l’operatività della misura, rischia di bloccare ulteriormente e posticipare l’acquisto di beni strumentali già pianificati in questa ultima parte dell’anno”.
Secondo Galdabini, altre misure potrebbero sostenere la ripresa sul mercato interno, come la liberalizzazione delle quote di ammortamento degli investimenti in mezzi di produzione, o la creazione di un sistema strutturale di agevolazioni fiscali "che permetta di incentivare l’attività di innovazione svolta dalle imprese in autonomia o con il supporto di enti e università. "In particolare - ha sottolineato Galdabini - chiediamo la reintroduzione del credito di imposta per l’attività di ricerca e sviluppo, già previsto dalla legge 296/2006, a patto che l’accesso al bonus sia liberato dal sistema di prenotazione telematica (click-day) assolutamente non premiante; oltre a ciò, auspichiamo l’entrata in funzione del bonus (così come previsto nel decreto del governo Monti) per gli sgravi fiscali per le imprese che assumono personale altamente qualificato”.
Per quanto concerne invece i costruttori di macchine e robot, una misura ritenuta utile in un contesto di rallentamento delle vendite all'estero è l’abbattimento dell’Irap sul personale per una quota pari al rapporto export/fatturato dell’impresa: "con l’obiettivo di premiare le imprese più virtuose e di stimolare il processo di internazionalizzazione di quelle che ancora sono fortemente orientate a operare sul mercato nazionale”.
“Infine – ha concluso Galdabini – in merito al sistema dei mini-bond, vere e proprie obbligazioni emesse dalle PMI e sottoscritte da investitori istituzionali, esse sono potenzialmente ottimi strumenti per il rafforzamento della struttura patrimoniale e finanziaria dell’impresa perché ovviano al problema dell’accesso al credito oggi particolarmente difficoltoso. Chiediamo però a Confindustria (tra gli ospiti era presente anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ndr) di spronare ancora di più gli investitori istituzionali a rendere disponibili i fondi”.
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