L'Associazione delle bioplastiche chiede ai rappresentanti italiani di sostenere il provvedimento. CNA ritiene grave la deroga all'Art.18.
24 ottobre 2013 09:47
Con il passare dei giorni emergono nuovi dettagli sulla cosiddetta "Direttiva shopper", la proposta di emendamento della Direttiva sugli imballaggi e i rifiuti da imballaggio elaborata dalla Commissione Europea per ridurre il consumo di sacchetti della spesa monouso. Secondo alcune fonti, la presentazione del documento sarebbe ormai imminente.
Il provvedimento prevederebbe, nella bozza non ancora definitiva, la possibilità di introdurre diverse misure anti-shopper, anche in deroga al principio della libera circolazione delle merci prevista dall'Art.18 ("Libertà di immissione sul mercato), che impedisce agli Stati membri di ostacolare l'immissione sul mercato nel loro territorio di imballaggi conformi alle disposizioni contenute nella direttiva stessa. Misure che vanno dalla fissazione di target nazionali di riduzione dei sacchetti in circolazione, all'imposizione di tasse, fino a restrizioni alla vendita, anche in forma di bandi come quello entrato in vigore nel nostro paese.
La proposta riguarderebbe i sacchetti in plastica con spessore inferiore ai 50 micron, quelli più diffusi e meno soggetti ad un possibile riutilizzo, senza esezioni esplicite in base alla loro biodegradabilità. Si tratta di una soglia più bassa rispetto a quella prevista in Italia: il decreto legge entrato in vigore nel nostro paese esonera infatti dal divieto di commercializzazione, oltre ai sacchi biodegradabili, anche quelli prodotti in plastica convenzionale con spessore superiore ai 60 micron se con maniglia interna, o di 100 micron se la maniglia è all'esterno (rispettivamente 100 e 200 micron se destinati all' uso alimentare).
I paesi membri avranno tempo due anni, dall'entrata in vigore della diretttiva, per introdurre le misure nel loro ordinamento. L'obiettivo della Commissione è di arrivare ad una riduzione del 20% dei consumi europei di sacchetti monouso in plastica.
Assobioplastiche, l'Associazione che rappresenta la filiera italiana delle plastiche biodegradabili e compostabili, ritiene la proposta della Commissione un "importante riconoscimento per la legge italiana sugli shopper" e chiede all’Italia di "cogliere l’occasione per mantenere una leadership nell’innovazione sostenendo il provvedimento al momento della discussione parlamentare in modo da potere introdurre il più possibile anche a livello europeo la soluzione adottata dalla normativa nazionale".
Sul tema interviene anche CNA Produzione: "Stiamo verificando nelle sedi opportune la fondatezza delle affermazioni di Legambiente, secondo cui essa avrebbe potuto visionare in anteprima la bozza della proposta di direttiva sugli shopper che sta elaborando la Commissione Ambiente UE - nota l'associazione degli artigiani da sempre molto critica sulla messa al bando dei sacchetti in plastica -. Considerato che, di norma, gli uffici competenti della UE sono tenuti in materia a rispettare precise regole di riservatezza".
"Nel merito - aggiunge CNA - e? vero che la proposta legislativa della Commissione, la cui pubblicazione e? attesa per il prossimo 15 Novembre, sembra orientata a derogare all’art. 18 della Direttiva Imballaggi e ai principi comunitari sulla libera circolazione delle merci lasciando campo libero ai singoli Stati membri. Cio? sarebbe, a parere di CNA Produzione, molto grave e del tutto incomprensibile e ingiustificato, soprattutto tenendo conto degli interessi economici intrinseci, e non certo di credibili argomentazioni connesse alla tutela ambientale, che hanno a suo tempo condizionato il legislatore italiano nel delimitare rigidamente il perimetro merceologico dei sacchetti per asporto di merci per i quali si vorrebbe consentire la libera commercializzazione.
In ogni caso l’iter della proposta legislativa sara? ancora molto lungo in sede europea e il confronto, per quanto ci riguarda, continuera? in sede di Parlamento Europeo".
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