Negli ultimi vent’anni i consumi energetici delle industrie italiane sono scesi di oltre un terzo.
29 ottobre 2013 06:54
Dal 1990 ad oggi, l’industria chimica ha migliorato la propria efficienza energetica del 45% e ridotto i consumi di energia del 36,7%; le emissioni in aria sono invece diminuite del 95% e quelle in acqua del 65%. Sono solo alcuni dei risultati che emergono dal 19° Rapporto Responsible Care, il Programma volontario per la tutela di sicurezza, salute e ambiente presentato ieri a Milano da Federchimica.
Nonostante i tempi difficili, le imprese che aderiscono a Responsible Care hanno continuato a investire nelle risorse umane e nello sviluppo sostenibile: dei 712 milioni di euro impiegati, pari al 2,3% del fatturato, oltre un quinto è stato destinato a programmi di sicurezza, salute e ambiente.
La chimica si segnala anche per essere il settore manifatturiero più sicuro per i lavoratori, insieme all’industria petrolifera: secondo i dati Inail, nell’industria chimica si registrano 10,6 infortuni ogni milione di ore lavorate, che scendono a 8,3 nelle imprese che aderiscono al programma Responsible Care. Contenuta anche l’incidenza delle malattie professionali: solo 0,22 su un milione di ore, ovvero, una malattia professionale ogni quattro milioni e mezzo di ore di lavoro.
“Questi dati - ha commentato Cesare Puccioni, Presidente di Federchimica -, dimostrano concretamente che la chimica è un modello da imitare per perseguire una crescita sostenibile dal punto di vista sociale, ambientale ed economico. Non possiamo più consentire di essere giudicati con lo sguardo a un passato remoto invece che al presente”.
Il presidente di Federchimica ha colto l’occasione per cavalcare uno dei cavalli di battaglia della Federazione, la semplificazione burocratica: “Abbiamo un disperato bisogno di un quadro normativo teso ad abbattere le barriere amministrative, dando velocità e certezze alle procedure autorizzative, che per un’azienda italiana sono di 5-10 volte superiori a quelle medie europee. Anche i nostri sforzi in termini di efficienza energetica devono trovare riscontro in una politica adeguata, specie per un settore energivoro come la chimica”.
“La politica – ha concluso Puccioni – faccia la sua parte, dandoci certezza, stabilità e un Sistema Paese competitivo: il sì bipartisan di qualche giorno fa della Camera dei Deputati alla promozione di una politica industriale per i poli chimici è un segnale incoraggiante, che speriamo di veder presto tradotto in azioni concrete”.
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