Continua il rimpallo tra i tribunali di Firenze e Lucca sulla proprietà del produttore toscano di sacchi industriali.
25 novembre 2013 06:27
Gli ex lavoratori di Eurosak hanno scritto una lettera aperta che ripercorre l’intricata vicenda che ha portato alla chiusura dello stabilimento di Porcari dopo il fallimento decretato nel 2012. Pubblichiamo integralmente l'appello.
"Siamo quella metà degli ottanta operai dell’Eurosak di Porcari ad oggi ancora senza occupazione e in mobilità, alcuni di noi tra poco non prenderanno neppure più tale sussidio, e ci rivolgiamo agli organi di informazione per fare alcune considerazioni su questa incredibile vicenda anche in relazione a quanto riportato sulla stampa locale nei giorni scorsi.
Nel gennaio 2012 il Tribunale di Lucca decretava il Fallimento dell’Eurosak, ed a seguito concedeva l’esercizio provvisorio. Nel giugno 2012 la Corte di Appello di Firenze revocava il fallimento e omologava il Concordato ma la Curatela ed il Conai presentavano ricorso in Cassazione contro la nuova Sentenza.
La nostra riaccesa speranza di riprendere il lavoro a seguito della pronuncia della Corte d’Appello veniva quindi immediatamente congelata: il fallimento infatti era stato revocato ma, a causa dei ricorsi presentati a Roma, l’Eurosak non poteva riprendere a lavorare fino alla Sentenza della Cassazione.
Anche l’Esercizio provvisorio, che inizialmente sembrava andasse bene, è stato chiuso a Luglio del 2012 e siamo andati tutti in Cassa Integrazione e poi licenziati e messi in mobilità.
Per mantenere il nostro posto di lavoro avevamo anche costituito una Cooperativa, presentato un piano ed offerto un affitto di ventimila euro al mese, ma il Tribunale non ha accolto neppure questa richiesta.
Oggi ci troviamo ad un’altra svolta di questa assurda vicenda: la Cassazione ha respinto in blocco il ricorso della Curatela fallimentare, che bello si potrebbe pensare, ma siccome ha invece accolto alcuni motivi di quello presentato dal Conai c’è stato un nuovo rinvio alla Corte d’Appello di Firenze.
Risultato? La Sentenza dovrà essere riscritta tenendo conto dei rilievi formulati da Roma e non è dato sapere quale potrà essere la nuova pronuncia.
Passeranno sicuramente altri mesi, nel frattempo tutto rimarrà ancora fermo, come è stato fino ad ora, e si allontanerà ancora di più ogni possibilità di ripresa, sempre che sia ancora possibile pensare di riprendere a lavorare…
Viviamo una situazione di grande difficoltà, con il sussidio di mobilità che viene erogato spesso e volentieri in ritardo, e che comunque è davvero un piccolo aiuto, almeno per noi che siamo senza lavoro e con le famiglie da mantenere! E tra poco anche questo minimo conforto terminerà…
Ed allora è lecito chiedere a chi ha giovato tutto questo in un momento in cui l’economia va a rotoli?
L’unica risposta certa è che, almeno per noi lavoratori, che rimaniamo senza lavoro e, tra pochissimo, anche senza alcun sussidio, non è stato sicuramente di alcuna utilità.
Anche per quelli di noi – che sono circa la metà- che hanno trovato una nuova collocazione, si tratta quasi sempre di soluzioni precarie, appese a un filo.
Per tutti gli altri, e per le oltre quaranta famiglie, il futuro è sempre più nero, e fa rabbia constatare che l’aspetto umano della vicenda sembra non interessare più a nessuno ed anche le forze politiche, che in un primo momento ci rassicuravano con il loro impegno, sono rimaste da troppo tempo in silenzio!”.
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