Mercato sugli stessi livelli del 2012 per l’industria italiana delle macchine utensili e automazione. Nel 2014 consumi interni in ripresa.
23 dicembre 2013 07:32
L’anno chiude sostanzialmente in pareggio per i costruttori italiani di macchine utensili, robot e automazione, con esportazioni in leggero rallentamento, ma con segnali di miglioramento sul fronte del mercato interno per il nuovo anno.
Le stime del Centro studi di Ucimu - Sistemi per Produrre indicano per il 2013 un valore della produzione a 4.780 milioni di euro, in flessione dell’1% rispetto all’anno precedente. L’export si è fermato a 3.615 milioni di euro (-0,2% rispetto al 2012), assorbendo tre quarti della produzione nazionale.
Il mercato interno - segnala l’associazione - mostra invece di aver raggiunto il punto più basso di caduta, toccando quota 2.055 milioni di euro (-1,6%); le consegne hanno raggiunto 1.165 milioni di euro (-3,4%), mentre le importazioni si sono fermate a 890 milioni di euro (+0,7%).
E’ prevista però un’inversione di tendenza nel corso del 2014, con il mercato interno che dovrebbe tornare a crescere del 4,4% a 2.145 milioni. Ucimu stima per il prossimo anno una produzione a 5 miliardi (+4,6%), con vendite all’estero in crescita del 4,6% a 3.780 milioni di euro.
“Il dato che appare più evidente è, senza ogni dubbio, la ripresa del consumo domestico che dopo anni di immobilità sembra ripartire, seppur lentamente - commenta il Presidente di Ucimu, Luigi Galdabini -. In altre parole la domanda esiste ma resta il problema della mancanza di liquidità per imprese italiane, che riescono a ottenere affidamenti bancari con estrema difficoltà”.
“Per arginare il credit crunch, e sostenere la ripresa della domanda di beni strumentali in Italia - ha aggiunto - è ora necessario che i provvedimenti già messi in campo dalle autorità di governo divengano effettivi. In particolare, attendiamo lo sblocco degli ultimi passaggi affinché la ex-legge Sabatini, contenuta nel Decreto del fare, divenga operativa. Oltretutto il prolungamento dell’attesa per il provvedimento che permette la dilazione del pagamento del bene a tasso agevolato, non farebbe altro che portare nuova incertezza tra gli utilizzatori, spingendo ad una sospensione delle decisioni di acquisto già programmate”.
“Allo stesso modo - ha continuato il presidente Ucimu- chiediamo maggior disponibilità di risorse da parte degli investitori istituzionali per i minibond e i microbond, vere e proprie obbligazioni emesse dalle PMI attraverso le quali le imprese possono rafforzare la propria struttura patrimoniale e finanziaria, dunque, poter più facilmente ottenere credito”.
L’associazione di settore chiede anche la revisione dei coefficienti di ammortamento dei macchinari, in modo da adeguare le aliquote, ferme al 1988, all’effettiva durata utile del bene strumentale: “cosicché gli investimenti delle imprese non siano più penalizzati e anzi sia stimolata l’attività di acquisto e sostituzione dei sistemi di produzione, indispensabile per il mantenimento della competitività del paese”.
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