Secondo i dati Ucima, superata nel 2013 la soglia dei sei miliardi di euro, sfiorata la crescita a due cifre.
7 luglio 2014 06:52
L’industria italiana delle macchine per imballaggio conferma il buono stato di salute chiudendo il 2013 con un giro d’affari di poco superiore ai 6 miliardi di euro, in crescita di 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente, realizzato per l’83% all’estero. Il valore delle esportazioni ha toccato l’anno scorso i 4.989 milioni di euro, con un incremento del 9,5%.
A differenza di altri comparti della meccanica strumentale. il packaging non ha accusato il crollo del mercato interno, con il consumo di macchine salito l’anno scorso del 7,1% a quasi 1,4 miliardi di euro e importazioni aumentate del 5,4% a 382 milioni. Le vendite delle aziende italiane sul mercato locale sono cresciute da 941 milioni a oltre 1 miliardo di euro.
I dati sono stati forniti il 3 luglio scorso da Ucima, associazione dei costruttori italiani di macchine automatiche per il confezionamento e l’imballaggio.
L’unico dato negativo del comparto riguarda il numero di imprese, diminuito tra il 2012 e il 2013 del 2,2% da 635 a 621, un trend che non ha avuto però un impatto sull’occupazione, che - anzi - è leggermente cresciuta (+1,9%) a 26.856 unità.
Il settore resta affetto da nanismo, con il 51% delle aziende che non superano i 2,5 milioni di fatturato, anche se, tutte insieme, realizzano solo il 4,4% delle vendite complessive. I costruttori con fatturato superiore ai 25 milioni di euro, di converso, pur rappresentando solo il 6,8% delle aziende del comparto, realizzano il 63% del fatturato totale.
L’industria conferma il suo attaccamento al territorio: ben 231 aziende, pari al 37% del totale (ma il 52% degli addetti), si trovano in Emilia Romagna, dove è presente il principale distretto industriale del settore; l’altra grande culla delle macchine per imballaggio si conferma la Lombardia con 179 aziende.
Per quanto concerne le vendite di macchine e tecnologie per settori di destinazione, solo due evidenziano una flessione: cosmetico (-17,3%) e farmaceutico (-1%). Crescita a due cifre per beverage (+10,6%), che vale da solo il 35% del giro d’affari delle aziende italiane, e chimica (+65,3%), bene anche il food (+6,8%), che assorbe il 28% delle vendite.
Le stime dell’associazione per il 2014 indicano un’ulteriore crescita del giro d’affari, anche se con un tasso più modesto rispetto a quello registrato l’anno scorso.
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