Questo l’appello lanciato a Rimini dagli Stati Generali della Green Economy insieme con 23 proposte per spingere la green econonomy.
6 novembre 2015 06:50
Aperta dal Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, la quarta edizione degli Stati Generali della Green Economy ha registrato in due giorni (3 e 4 novembre, all’interno di Ecomondo) la presenza di 70 relatori, tra cui numerosi esperti internazionali, e oltre 2.000 partecipanti, senza contare le migliaia di persone che hanno seguito i lavori in diretta streaming.
“Gli Stati Generali del 2015 hanno registrato una presenza consistente di imprese green di numerosi settori - ha dichiarato Edo Ronchi, del Consiglio Nazionale della Green Economy -. Una presenza che però è poco valorizzata sui media e segnala una differenza fra la presenza reale e la percezione della forza della green economy in Italia. Occorre superare questo gap di comunicazione in modo tale che questa realtà, parte decisiva e qualificante dell’economia italiana, possa essere finalmente conosciuta”.
Nel corso della manifestazione è stata presentata la prima edizione della Relazione sullo stato della green economy (leggi articolo) ed stato elaborato, dai diversi gruppi di lavoro tematici, un pacchetto di 23 proposte “per colorare di verde la ripresa”, subito girato ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico.
Otto i settori strategici all’interno dei quali si sviluppano le 23 proposte: eco-innovazione e start-up; capitale naturale; energia e clima; agricoltura e alimentazione; tutela delle acque e dissesto idrogeologico; materiali, rifiuti ed economia circolare; mobilità sostenibile; fondi europei.
Tra le proposte inviate al Governo un “green bonus” per aiutare le start up, agevolazioni fiscali per le imprese che investono in eco-innovazione; strumenti finanziari innovativi e di mercato da utilizzare per i servizi eco-sistemici, un piano di azione nazionale per l’energia e il clima, il rilancio dell’occupazione giovanile in agricoltura attraverso agevolazioni fiscali e creditizie con accesso al microcredito, un piano di adattamento climatico contro il dissesto idrogeologico, la promozione dell’economia circolare, un indirizzo green nell’utilizzo dei fondi europei e detrazioni fiscali per incentivare la sharing mobility.
Nel lungo elenco non mancano proposte su fiscalità ed ecologia, come la tassa sul carbonio, da introdurre entro il 2020, applicata inizialmente alle accise di benzina e gasolio e successivamente anche ad altri settori con importi crescenti. In questo modo si potrebbe alleggerire il prelievo fiscale dalle imprese e dal lavoro lasciando invariato il prelievo fiscale.
Per quanto concerne la gestione di materiali, rifiuti ed economia circolare, si esorta il Governo a sburocratizzare il settore semplificando gli iter autorizzativi, uniformando e rendendo più coerente l’impianto normativo. Si chiede inoltre di migliorare la qualita? dei materiali raccolti e di fissare, a livello di bacino, obiettivi minimi di compostaggio dei rifiuti biodegradabili urbani. Chiesta anche l’emanazione di un Decreto Ministeriale per definire una metodologia unitaria di calcolo della percentuale di materiale riciclato, per verificare gli obiettivi dati dalla Direttiva Europea 98/2008 e istituire un sistema nazionale di monitoraggio.
Viene ritenuta essenziale anche una visione strategica in grado di comprendere l’importanza della minimizzazione della produzione dei rifuti e del loro smaltimento e della massimizzazione del riutilizzo e del riciclo. “Perche? questo modello possa funzionare - si legge nel documento - e? necessario che, da una parte, siano rimossi gli ostacoli, anche fiscali, all’impiego di materie prime seconde e di prodotti riciclati e, dall’altra, che sia garantita, con idonei criteri di standardizzazione e di certificazione, la qualita? di questi materiali e prodotti riciclati".
Inoltre, occorre rafforzare il sostegno e l’incentivazione all’eco-design e all’eco-innovazione di prodotto e di processo verso una economia circolare. Infine, è necessario, in vista della nuova Direttiva europea sui rifiuti e l’economia circolare, “superare i punti non chiari e conflittuali fra la legislazione REACH sulle sostanze chimiche e quella sui rifiuti pericolosi, agevolando il riciclo di materiali che non comportano rischi ambientali effettivi".
“Questo documento - commenta Edo Ronchi - serve a qualificare la ripresa verso la green economy. Le misure in esso contenuto sono tutte in chiave di sviluppo sostenibile che vede coniugare economia ed ecologia. Servono inoltre a stimolare politiche che aiutino il Paese e le imprese a puntare sempre di più sulla green economy”.
Scarica il documento “Qualificare la ripresa con lo sviluppo di una green economy” contenente le 23 proposte.
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