21 luglio 2016 19:23
Momenti di tensione ieri davanti ai cancelli della Sandretto di Pont Canavese, quando un gruppo di lavoratori, in presidio permanente, ha bloccato un camion che stava lasciando lo stabilimento.
Il timore dei lavoratori era che l’azienda, in liquidazione - ma a trattative aperte con i sindacati - stesse smontando e portando via impianti e macchinari destinati alla produzione.
Per l’azienda, invece, il camion trasportava semplici rottami di ferro in smaltimento e non “beni aziendali”, pur sottolineando che “i beni aziendali appartengono alla Sandretto Spa in liquidazione e in questo momento sono a disposizione della soddisfazione dei creditori e, quindi, a tutela della continuità aziendale, secondo le procedure previste dal codice civile”.
I sindacati però non mollano e hanno annunciato che manterranno ad oltranza il presidio davanti allo stabilimento. “La preoccupazione dei lavoratori e che l’azienda voglia svuotare la fabbrica, vendendo macchine utensili e impianti, per poi portare i libri in tribunale e chiedere il fallimento - afferma Fabrizio Bellino, responsabile della Sandretto per la Fiom-Cgil torinese -. Siamo infatti di fronte a un gruppo che non ha mai dimostrato la reale volontà di rilanciare l'attivitaà produttiva, dato che dallo stabilimento di Pont in tre anni non è uscita una sola pressa. Per questo continueremo a presidiare la fabbrica, a monitorare lo stabilimento, e prenderemo tutte le iniziative necessarie per tutelare l'occupazione, rilanciare l'attività produttiva e difendere un settore industriale importante per tutto il territorio”.
“Il liquidatore della Sandretto Spa e i vertici della Photonike Capital sono rimasti scioccati e allibiti dalla manifestazione di violenza - si legge in una nota diffusa oggi dalla società torinese - favorita dall’atteggiamento provocatorio e diffamatorio di alcuni responsabili sindacali i quali hanno volutamente infiammato gli animi dei lavoratori portandoli, senza che i soggetti ne avessero consapevolezza, a violare le norme del codice penale”.
L’azienda denuncia un clima di intimidazione che avrebbe interessato anche la responsabile del personale, che al termine dell’incontro in Regione Piemonte il 19 luglio scorso ha trovato le gomme della sua auto bucate. A onor di cronaca non ci sono prove che si tratti di un atto vandalico intenzionale, ma l'episodio non aiuta a rasserenare il clima.
I vertici di Photonike - che controlla il costruttore torinese di presse ad iniezione - torneranno in Regione il 28 luglio per presentare un nuovo piano industriale, insieme alla richiesta di rinnovo della cassa integrazione, che potrebbe portare al ritiro dell’instanza di liquidazione. “Ci attendiamo - fanno sapere i vertici aziendali - ragionevoli e credibili assicurazioni circa l’incolumità dei nostri dirigenti e funzionari”.
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