13 dicembre 2017 12:28
È partita da una denuncia di PolieCo, Consorzio Nazionale per il riciclaggio dei rifiuti e dei beni a base di polietilene, l’operazione Ghost Trash della Procura di Catania, che ha portato ad un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di otto soggetti ( 6 in carcere e 2 agli arresti domiciliari), accusati di associazione di stampo mafioso finalizzata all’acquisizione di posizioni dominanti nel settore economico della realizzazione di imballaggi destinati alle produzioni ortofrutticole di Vittoria (RG), nonché per intestazione fittizia di imprese e per traffico illecito di rifiuti.
Con lo stesso provvedimento, il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo di sei complessi aziendali, risultati oggetto di fittizie intestazioni a prestanome al fine di eludere l’applicazione di misure di prevenzione patrimoniali, per un valore di 15 milioni di euro.
Gli otto indagati avrebbero costituito - a detta degli inquirenti - un vero e proprio “cartello mafioso di imprese” che negli anni ha assunto il dominio del settore degli imballaggi, in particolare cassette di plastica per ortofrutta, nel comprensorio di Vittoria, anche attraverso la gestione di aziende industriali per la produzione di contenitori (M.P. Trade, International Packing e GR Trade, tutte con sede a Vittoria) e il trattamento dei rifiuti plastici di natura agricola (Soc. Coop. Decaplast ed Ecoline, anche queste con sede a Vittoria). Proprio per quest’ultima attività, Polieco aveva inviato un esposto, da cui sono partite le indagini, estese successivamente anche alla produzione di cassette di plastica.
Il controllo del mercato del packaging era stato acquisito sfruttando le tipiche modalità dell’agire mafioso, mediante sopruso e intimidazione, quasi mai ricorrendo a violenza. Le aziende di due degli indagati erano diventate leader nel settore della fabbricazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli sfruttando la riconosciuta appartenenza dei loro titolari all’organizzazione mafiosa, mentre le aziende concorrenti che non si piegavano alle condizioni imposte dal cartello mafioso, venivano estromesse dal mercato.
L’operazione Ghost Trash ha portato anche alla luce l’attività di due imprese, riconducibili ad uno degli indagati, volte alla raccolta e stoccaggio di rifiuti plastici, provenienti prevalentemente dalle serre per la coltivazione di prodotti ortofrutticoli; traffico realizzato con la creazione di siti di stoccaggio abusivi e senza documentazione. I rifiuti erano convogliati presso un fabbricato dove venivano triturati in maniera illegale prima del successivo smaltimento in discariche abusive o mediante esportazione nell’Europa dell’Est.
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