8 gennaio 2018 08:40
Nell’enorme massa di messaggi postati nei giorni scorsi sui social network a proposito dell’obbligo di utilizzare sacchetti compostabili e a pagamento per il confezionamento di alimenti sfusi, hanno provato a farsi sentire anche i rappresentanti della Grande distribuzione organizzata (GDO), accusati di speculare sui proventi della vendita dei sacchetti.
Su Twitter, per esempio, Giorgio Santambrogio, Amministratore Delegato Gruppo VéGé e Presidente ADM (@gsantambrogio1) chiede maggiore chiarezza sul provvedimento: “Che senso ha obbligarci a vendere i sacchetti? Noi lo facciamo sottocosto ed ora lasciarci anche la patata bollente del decidere se il sacchetto da casa è idoneo o meno. La #gdo è dalla parte dei consumatori: meno costi e più chiarezza!!”. “Non si diventa ricchi vendendo ad 1 centesimo quello che si compra a 2 (+22% di iva)”, aggiunge.
Francesco Pugliese, AD e Direttore Generale di Conad, ricorda che i supermercati stanno vendendo i sacchetti sotto costo e che con l’introduzione di quelli compostabili l’onere sarà maggiore, poiché quelli in polietilene costavano alla grande distribuzione un terzo di quelli attuali: “La #gdo negli ultimi 5 anni ha fatto risparmiare oltre 40 miliardi di euro, con sconti e promozioni - ha postato Pugliese sul suo account twitter (@fpugliese_conad) -. Ora ci impongono per legge la vendita obbligata dei sacchetti bio e noi li vendiamo sottocosto per aiutare i clienti. E, alla fine, rimborseremo anche questi con ulteriori promo”.
Pugliese sottolinea inoltre che l’impatto economico sulle famiglie sarà di circa 10 euro l’anno (considerando tre spese a settimana con tre sacchetti), inferiore ai rincari annunciati a inizio anno per luce (+5,3%), gas (+5%) e autostrade (+2,7%).
Si ribella alla gogna mediatica anche Mario Gasbarrino - presidente e AD di Unes, U2 Supermercati (@mgasbarrino): “Prima regalavamo sacchetti che ci costavano 0,6 centesimi, i nuovi ci costano 2,44 centesini e li vendiamo a 1 centesimo - risponde alla critiche su twitter -, quindi vendendoli sottocosto ci rimettiamo il triplo (1,84 centesimi)”. “L’errore è nel divieto a cedere gratis i sacchetti - afferma in un alto post - dimenticando che si tratta di un imballo primario ( fa parte del prodotto) e da che mondo è mondo il suo costo e l’eventuale tassa è compreso nel prezzo di vendita”. “Siamo alla follia allo stato puro - nota in un altro post su twitter -. Al danno la beffa: l’unica soluzione possibile è cancellare l’ingiusta legge che ci impedisce di regalarli anche se questo comporterà maggiori costi per la #gdo”.
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