12 gennaio 2018 07:50
Il gruppo novarese Amut ha completato la scorsa estate l’installazione di un impianto per il lavaggio e la macinazione di bottiglie PET presso la società texana CarbonLITE.
Entrata in attività a settembre, la linea è in grado di trattare oltre 5,5 tonnellate ora di PET proveniente da balle post-consumo ed è integrata in un impianto di riciclo in grado di riciclare ogni anno 45mila tonnellate di PET, raddoppiando così la capacità produttiva di CarbonLITE; il materiale rigenerato sarà riutilizzato per produrre bottiglie, in ottica bottle-to-bottle.
“Siamo molto orgogliosi di aver acquisito un’altra referenza di rilievo nel mercato nordamericano del riciclo di plastica - afferma Piergianni Milani, Presidente di Amut Group -. Il progetto di recupero del PET della CarbonLITE segue i due mega impianti che abbiamo fornito a Unifi negli Stati Uniti e a PetStar Coca-Cola in Messico”.
Il processo di trattamento delle bottiglie sviluppato dal costruttore italiano prevede diversi step: rimozione delle etichette, prelavaggio, macinazione in acqua e trattamento finale delle scaglie PET mediante lavaggio ad elevato frizionamento in acqua calda (friction washer brevettato). La fornitura comprende anche due macchine di ultima generazione che operano una separazione per flottazione e che consentono di separare anche i tappi, destinati ad una diversa valorizzazione. Aspetto chiave della tecnologia Amut è che le bottiglie rimangono integre durante l’intero processo di lavaggio, facilitando così la separazione del PET trasparente da quello colorato o da polimeri diversi.
“CarbonLITE ha una pluriennale esperienza in questo campo e ha scelto Amut come principale fornitore per l’impianto di Dallas - commenta Anthony Georges, Presidente di Amut North America -. Abbiamo incluso nella fornitura il nostro De-Labeller brevettato (premiato l’anno scorso da APR con il Plastic Reycling Award) e l’unità di pre-lavaggio delle bottiglie”. “Quando si trattano balle di bottiglie miste si devono identificare e rimuovere i contenitori di non-PET e i colorati prima del loro ingresso nel processo di lavaggio finale – aggiunge Georges –. Utilizzando un’unità a doppio stadio, effettuiamo con il primo De-Labeller un’azione di pulizia a secco per rimuovere la maggior parte delle etichette retraibili, mentre con il secondo svolgiamo un’azione di pre-lavaggio ad acqua sulle bottiglie intere per ridurre gli effetti antiusura delle lame dei mulini”.
La linea è stata progettata per ridurre l'impato ambientale delle operazioni di riciclo: “La nostra tecnologia reimpiega nel ciclo, dopo averla filtrata, l’acqua usata durante il processo di lavaggio delle scaglie, riducendo così i consumi di acqua pulita ma garantendo allo stesso tempo una massima eliminazione dello sporco e dei residui di etichette rimasti”.
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