17 giugno 2019 17:26
La chimica italiana non cresce: nei primi quattro mesi, secondo i dati diffusi oggi in occasione dell’Assemblea annuale di Federchimica, la produzione si è attestata sui livelli dell’anno scorso e il parziale recupero registrato a inizio 2019, riflesso della ricostituzione delle scorte da parte dei clienti dopo il decumulo di fine 2018, non vede un consolidamento nei mesi più recenti, che evidenziano invece un andamento ancora incerto e altalenante. Andamento per altro condiviso dalla chimica europea nel suo complesso.
Il settore sconta senz'altro la significativa contrazione del settore automotive, ma la produzione chimica registra nel nostro paese un generale ripiegamento in quasi tutti i settori clienti. Si mantengono in moderata espansione solo quelli connessi ai consumi non durevoli delle famiglie, quali cosmetica, detergenza e chimica destinata all’alimentare.
Diversamente dal passato - sottolinea Federchimica - l’indebolimento non riguarda solo la domanda interna ma si estende anche all’export (-0,3% in valore nel primo trimestre). In particolare, risultano in calo le vendite nel mercato europeo (-0,6%) che rappresenta la principale destinazione dell’export chimico italiano (con un quota del 60% circa) e, per molte imprese del settore, costituisce, di fatto, il mercato domestico di riferimento.
In questo scenario, la stima per l'intero 2019 è improntata alla stabilità con significativi rischi di un calo nel caso in cui il contesto macroeconomico, nazionale o internazionale, subisse un ulteriore deterioramento.
"Per la prima volta dopo anni di segno positivo, l’industria chimica non cresce - ha affermato nel suo intervento all’Assemblea, Paolo Lamberti, Presidente di Federchimica - anche se il settore conserva solide caratteristiche strutturali: negli anni recenti la Chimica si è dimostrata tra i comparti che meglio hanno saputo resistere al forte calo della domanda interna, con una quota di produzione destinata all’export che supera il 50%; dal 2010, le esportazioni sono cresciute più di quasi tutti gli altri principali produttori europei".
“Tornare a crescere - ha dichiarato Lamberti - è imperativo. Sono assolutamente necessarie semplificazione normativa e riforma della Pubblica amministrazione, ambiti dove il divario tra l'Italia e gli altri Paesi è massimo. Sono interventi che non generano debito pubblico e non vanno contro le regole europee, ma serve visione e volontà politica per attuarle”. “Per crescere - ha aggiunto Lamberti - abbiamo bisogno di investimenti per la ricerca e sviluppo così come della valorizzazione dei nostri centri di eccellenza per rendere attraente l’Italia per i ricercatori, italiani ed esteri”.
Mancano - secondo il Presidente di Federchimica - anche strutture adeguate per affrontare concretamente problemi urgenti e la gestione dei rifiuti è un caso emblematico: “efficienza nell’uso delle risorse e riciclo devono essere la strada maestra, ma non si può pensare di fare a meno dei termovalorizzatori: in Italia ne abbiamo solo 39, mentre sono 126 in Francia e 121 in Germania, due Paesi considerati assolutamente virtuosi da un punto di vista ambientale”.
“Molto abbiamo fatto anche in termini di sostenibilità sociale - ha ricordato Lamberti -. Il nostro sistema di relazioni industriali è un modello di qualità e innovatività, che mette al centro elementi imprescindibili come la tutela della sicurezza, salute e ambiente, la formazione, l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e il ricambio generazionale”.
Tra le priorità del settore, il Presidente di Federchimica ha sottolineato l’importanza dell’Europa: “che deve essere rafforzata e non certo indebolita. Servono politiche stabili e di lungo periodo che favoriscano competitività e innovazione. E’ necessario che la politica industriale torni in cima alle priorità europee: auspichiamo la presenza di un Commissario di rilievo in grado di coordinare una vera politica industriale, che incentivi anche nuove eccellenze, in ambito manifatturiero e digitale”.
Con oltre 2.800 imprese e circa 110 mila addetti, l'industria chimica realizza in Italia un valore della produzione pari a 56 miliardi di euro (di cui Federchimica rappresenta il 90%) ed è il terzo produttore europeo e l’undicesimo al mondo.
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