10 luglio 2024 10:25
VCI, federazione dell'industria chimico-farmaceutica tedesca, ha fatto il punto della situazione a metà anno, che fotografa uno scenario con luci e ombre, caratterizzato - a livello aggregato - da una lieve ripresa della produzione. Questa è aumentata del +3% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso, pur con una flessione del giro d'affari del -1% a 112 miliardi di euro, anche a causa di una contrazione dei prezzi intorno al -4%. La flessione delle vendite sul mercato interno è stata più marcata, pari al -5%, parzialmente attenuata dalla crescita delle esportazioni (+1,5%).
Va però rilevato che la produzione tedesca di prodotti chimici e farmaceutici resta ancora inferiore dell'11% rispetto al livello 2021, segno che molti impianti non funzionano ancora a pieno regime.
Scendendo in dettaglio, tra gennaio e giugno 2024 la produzione della chimica di base inorganica è cresciuta del +12% e quella della chimica organica ha messo a segno un +8,5%. La chimica di consumo è aumentata solo leggermente (+2%) e lo stesso vale ancor più per i polimeri (+1,5%), mentre la produzione di specialità chimiche è addirittura diminuita (-2%).
L'associazione presieduta dal CEO di Covestro, Markus Steilemann (nella foto), mantiene le stime per l'anno in corso di una crescita del +3,5% della produzione e del +1,5% per quanto concerne il fatturato del settore. Ci si attende, infatti, che la situazione degli ordini possa migliorare nella seconda parte dell'anno.
“Ci sono piccoli segnali positivi, ma non si può parlare di una tendenza al rialzo stabile - ha affermato Steilemann presentando i numeri -. Ci aspettiamo che la situazione degli ordinativi migliori nel corso dell'anno, ma non bisogna perdere di vista i problemi legati alla localizzazione: oltre alla mancanza di ordini, sono i prezzi dell’energia e la burocrazia a preoccuparci di più”.
L'indagine condotta da VCI presso gli associati per testare il polso del settore evidenzia che solo il 30% avverte già una ripresa economica, la metà confida in un miglioramento degli affari nella seconda metà del 2024 o nel corso del 2025. Una su cinque non vede ancora una luce all’orizzonte e teme che la ripresa sia ancora lontana.
"Abbiamo aumentato la produzione, ma i nostri impianti non funzionano ancora in modo redditizio e questa situazione va avanti da oltre due anni e mezzo - avverte Steilemann -. Gli svantaggi strutturali in Germania sono oneri eccessivamente pesanti. Le aziende della chimica si aspettano quindi che l'andamento degli utili peggiori ulteriormente nel corso dell’anno".
Secondo il presidente di VCI, mancanza di ordini, prezzi elevati dell’energia, burocrazia crescente spingono sempre più aziende a non scegliere la Germania per i propri investimenti. Nel sondaggio condotto tra gli associati, emerge un dato preoccupante: nel 2023 gli investimenti del settore sul territorio tedesco sono scesi del -2% a 9,2 miliardi di euro, mentre quelli all’estero sono aumentati di oltre l’8% sfiorando i 12 miliardi di euro. Inoltre, queste condizioni agiscono da deterrente per un numero crescente di investitori stranieri.
L'industria chimica tedesca ritiene tre misure particolarmente importanti per invertire questo trend: ridurre i costi energetici e la tassazione; investire in istruzione, sicurezza e infrastrutture; ridurre la burocrazia e introdurre incentivi agli investimenti a livello nazionale e comunitario.
“Non abbiamo bisogno solo di riforme concrete, ma anche di un cambiamento di mentalità - ha concluso Steilemann -. La nazione deve diventare più proattiva e dinamica. È necessario uno sforzo congiunto e sincero per sviluppare un’agenda di trasformazione nazionale con un orientamento a lungo termine che duri oltre una legislatura".
La federazione VCI, con le sue associazioni di settore, rappresenta gli interessi di 2.300 aziende dell'industria chimico-farmaceutica con un fatturato intorno a 245 miliardi di euro e oltre 560.000 addetti.
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