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Secondo i dati presentati ieri a Düsseldorf da
Euromap, alla vigilia dell’apertura del
K2019, la
produzione mondiale di
macchine e impianti per la
trasformazione di materie
plastiche e
gomma è cresciuta l’anno scorso del
+1,3% raggiungendo un valore di
36,8 miliardi di euro, per il
42% realizzato dai
costruttori europei (15,6 miliardi di euro), in particolar modo da Germania (7,9 miliardi) e Italia (2,9 miliardi di euro).
I costruttori europei hanno chiuso il 2018 con un incremento del
+1,9%, che non sarà però confermato quest'anno: secondo la federazione europea delle associazioni nazionali di settore, Euromap, il
giro d’affari calerà nel
2019 del
-10% a circa 14 miliardi di euro; battuta d’arresto che mette fine ad un
decennio di continua crescita, nel corso del quale i costruttori del vecchio continente hanno visto incrementare il valore della produzione del
+59%. Un calo analogo è previsto per i due principali paesi produttori:
Germania e
Italia, i cui fatturati scenderanno rispettivamente a 7,1 e 2,6 miliardi di euro. Secondo gli analisti, inoltre, la contrazione continuerà anche nel 2020, pur contenuta al
-5%.
![euromap k2019](https://www.polimerica.it/public/immagini/2019%20una%20volta/euromap_k2019.jpg)
Le ragioni della brusca frenata, ha spiegato il presidente di Euromap
Luciano Anceschi, sono riconducibili ad una combinazione di fattori diversi quali il
rallentamento economico a livello mondiale, il crollo dell'industria
automobilistica e la riduzione degli investimenti a causa delle
incertezze politiche causate dalla guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, dalla Brexit e da "imprevedibili leggi nazionali sull'utilizzo delle materie plastiche che stanno minando le prospettive del settore". Inoltre, ha affermato il presidente di Euromap, le attività manifatturiere in
Cina, secondo mercato di destinazione per le tecnologie europee, si stanno contraendo ormai da qualche tempo, e ciò non è direttamente correlato alla guerra commerciale in corso.
A far ripartire gli investimenti potrebbe contribuire l’
economia circolare, grazie agli investimenti nel
riciclo di materie plastiche che si renderanno necessari per raggiungere l'obiettivo fissato dalla
Commissione europea, chiamando l’industria ad utilizzare entro il 2025 almeno 10 milioni di tonnellate di materiali rigenerati da post-consumo, contro le attuali 2,5 milioni di tonnellate.
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