29 ottobre 2019 17:50
“La plastic tax non incentiva gli investimenti per la riconversione industriale o la spinta al riciclo/riuso e all’economia circolare, ma ha la sola finalità di reperire risorse per fare cassa, mettendo in seria difficoltà imprese e lavoratori di questo settore manifatturiero molto importante per il nostro paese”: è quanto si legge in una nota congiunta dei tre sindacati dei lavoratori chimici Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil, che prendono posizione in merito alla tassa di 1 euro al kg sugli imballaggi in plastica proposta dal Governo nel Documento programmatico di bilancio 2020.
Per i sindacati, la misura, per come è costruita, non ha alcuna finalità ambientale o di riconversione industriale poiché penalizza solo i prodotti e rappresenta unicamente un’imposizione diretta che farà aumentare i costi a carico di consumatori e imprese" "I lavoratori – accusano Filctem, Femca, Uiltec - saranno i primi a subirne le conseguenze. La Plastic Tax, anzichè aiutare la crescita e le riconversioni, contribuirà a determinare il soffocamento del settore, 2.000 aziende con oltre 50.000 dipendenti, e un’ingente perdita di posti di lavoro, che con questi presupposti sembra essere inevitabile ”.
“La tassa, inoltre, determinerebbe un aumento pari al 10% del prezzo di prodotti di larghissimo consumo, contribuendo a indebolire ulteriormente la domanda interna e non a sostenerla, con evidenti ripercussioni negative per tutti i settori indicati”.
Anziché tassarlo – affermano i rappresentanti dei lavoratori – questo comparto andrebbe sostenuto attraverso azioni mirate che favoriscano la transizione verso imballaggi totalmente riciclabili, al fine di imprimere una svolta verso una economia circolare, e stimolando lo sviluppo e l'ammodernamento del tessuto industriale fatto in larga parte da piccole e medie aziende.
"Siamo convinti – affermano i segretari generali di Filctem, Femca, Uiltec, rispettivamente Marco Falcinelli, Nora Garofalo e Paolo Pirani - che l'elemento strategico su cui puntare per accompagnare un vero sviluppo sostenibile sia il favorire e incentivare una transizione verso un modello economico circolare e non semplicemente tassare un intero settore. I rifiuti, infatti, non sono solo un problema ma possono costituire una fonte inesauribile di opportunità e di risorse che, se opportunamente gestita e valorizzata, può garantire negli anni un approvvigionamento sostenibile e continuo di materiali e una fonte di produzione di energia a costi competitivi”. "Più in dettaglio – sottolineano i segretari generali dei tre sondacati -, riteniamo che se si demonizza un materiale, ritenendo che la sola riduzione del consumo possa contribuire a risolvere le difficoltà connesse alla corretta gestione del fine vita dello stesso e dell'aumento dei rifiuti, si commette un gravissimo errore, perché non si comprende che tali difficoltà continueranno a permanere".
"Il governo – concludono i tre leader sindacali - non ha ancora risposto alla nostra richiesta di un incontro urgente: è bene che ci ascolti, per consentirci di spiegare i danni provocati dal provvedimento e per chiedere il ritiro di questa misura o un ripensamento complessivo delle finalità che si vorrebbero raggiungere con l’introduzione della Plastic Tax, che tutto fa tranne che diminuire i rifiuti, indirizzare i cittadini verso comportamenti virtuosi o incentivare le imprese agli investimenti e alla riconversione”.
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