24 marzo 2021 08:45

L'industria italiana delle macchine, impianti e stampi per materie plastiche e gomma ha migliorato le sue performance alla fine dell'anno scorso chiudendo il
2020 meglio del previsto, con buone prospettive di ripresa in virtù di una crescita degli ordini nei primi mesi del 2021.
L'ANNO DELLA PANDEMIA. Dopo il picco del 2017, confermato l'anno successivo, il settore ha subito una battuta d’arresto del 2019, mentre l'anno scorso produzione e fatturato sono stati fortemente condizionati da pandemia, lockdown e rallentamento del commercio internazionali. Secondo i dati forniti dall'associazione di settore
Amaplast, il valore della
produzione dei costruttori italiani ha registrato nel 2020 una flessione del
-11,4%, scendendo da 4,4 a
3,9 miliardi di euro. Risultato comunque migliore rispetto alle previsioni di fine anno, che indicavano un calo del -18%.

Gli indicatori sono comunque tutti negativi: il
mercato interno ha segnato un calo del
-12,5% a 1,96 miliardi di euro, mentre le vendite sui
mercati esteri si sono fermate a 2,72 miliardi di euro (-11,2%) e le
importazioni hanno subito una flessione del -14,3% a 780 milioni di euro. Il momento di maggiore impatto sul sistema - afferma Amaplast - si è registrato a cavallo tra il primo e il secondo trimestre, per lasciare poi spazio a una ripresa che ha segnato un’accelerazione nell’ultimo trimestre, mitigando il risultato negativo finale.
COME CAMBIA L'EXPORT. Le principali
aree di destinazione dell'export vedono un rafforzamento dell’
Europa, che rappresenta il 58,3% del totale (bene in particolare i mercati extra-UE), mentre hanno perso terreno le vendite in
Asia ( 16,7%, contro il 17,5% del 2019) e in
Nord America, dove la quota è scesa dal 15,2% al 14,6%. Nei primi 10 Paesi di destinazione delle esportazioni, la diminuzione è risultata spesso a doppia cifra, con le eccezioni significative del +42% delle vendite in Russia e del +14% di quelle in Turchia.

Sotto il profilo merceologico, il comparto mostra cali diffusi e significativi dell'export per la quasi totalità delle tecnologie, con le sole eccezioni degli impianti per mono e multifilamenti e delle
macchine termoformatrici, utilizzate nella produzione di vaschette/vassoi, bicchieri e altri imballaggi per alimenti, la cui domanda è aumentata proprio in seguito alle nuove abitudini di consumo portate dalla pandemia.
PREVISIONI INCERTE. Per l'anno in corso le stime sono prudenziali, poiché è ancora forte l’incertezza in molti mercati e gli effetti della pandemia non si sono ancora placati, ma nel complesso c'è ottimismo sulla scorta della ripresa degli ordini evidenziata nei primi mesi. Secondo l'associazione di settore: "è prevedibile un
rimbalzo della
produzione e dell’
export, anche se pare troppo ottimistico aspettarsi entro pochi mesi il ritorno ai livelli pre-crisi, che sembra più verosimile nel 2022". Molto dipenderà anche dalle politiche di
incentivi fiscali alla sostituzione dei macchinari in chiave di
transizione 4.0, che potrebbe avere benefici effetti sul mercato interno. Il deciso recupero già in corso in alcuni mercati chiave, come la Cina o gli Stati Uniti, potranno fornire impulso all’export di settore.
Restano non poche incognite sui mesi a venire, dalla campagna delle vaccinazioni che potrebbe fermare l'onda pandemica al forte incremento dei prezzi dei polimeri e loro disponibilità, con effetti sulla ripresa dei settori a valle.
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