19 dicembre 2023 10:42
L’industria italiana costruttrice di beni strumentali si prepara a registrare quest'anno un nuovo record di fatturato, pari a 56.935 milioni di euro, il 2,8% in più rispetto al 2022. Un risultato che va attribuito al buon andamento delle esportazioni, cresciute del +5,1%, a 37.426 milioni di euro, mentre le consegne sul mercato interno sono scese del -1,5% a 19.509 milioni di euro.
É quanto emerge dai preconsuntivi elaborati da Federmacchine, la federazione delle 12 associazioni dei beni strumentali, a cui aderisce anche Amaplast in rappresentanza del comparto gomma-plastica (leggi articolo con i dati del settore).
Se il 2023 è stato un buon anno, per il 2024 le previsioni sono meno rosee: al netto dell'incertezza che domina sui mercati, il fatturato è atteso in flessione del -1,2%, a 56.257 milioni di euro. A pesare sul risultato del prossimo anno sarà ancora una volta il mercato interno, con vendite stimate in ulteriore flessione del -4,6%, a 18.611 milioni di euro, mentre l'export dovrebbe stabilizzarsi sui livelli attuali: 37.646 milioni di euro (+0,6%).
“L’industria italiana del bene strumentale sembra aver perso lo slancio del post pandemia - commenta Bruno Bettelli (nella foto), presidente di Federmacchine -. Dopo i risultati da record registrati fino all’anno scorso, il 2023, pur ancora positivo, mostra i primi segnali di debolezza del mercato italiano a fronte di una attività ancora vivace sui mercati esteri”.
“Guardando all’Italia -ha aggiunto - è evidente che il dimezzamento dell’aliquota per il credito di imposta 4.0 per gli acquisti di nuovi macchinari, sceso nel 2023 al 20%, ha avuto impatto sulle nostre vendite ed è altrettanto evidente che in questi ultimi mesi dell’anno i clienti abbiano rallentato i loro investimenti in attesa di conoscere quali saranno i provvedimenti a disposizione nel 2024".
“Sappiamo che le fabbriche italiane stanno aggiornando il proprio parco macchine ma negli stabilimenti produttivi del paese, soprattutto nelle PMI, sono ancora in funzione anche macchinari di 20-30 anni - sottolinea Bertelli -. Dobbiamo poter agevolare la sostituzione delle tecnologie obsolete da parte di tutte le aziende, anche di quelle più piccole, che hanno disponibilità economiche più contenute. Solo così potremo assicurare il miglioramento della competitività del made in Italy”.
Federmacchine ritiene quindi utile introdurre misure strutturali, a partire dal credito di imposta 4.0 per gli investimenti in nuovi macchinari, in modo tale da consentire alle aziende di pianificare con più tranquillità, e su periodi più ampi, i loro acquisti in tecnologie di produzione, liberandosi dalle scadenze legate all’annualità della legge di bilancio.
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