29 marzo 2022 12:10
In occasione di un recente incontro con gli investitori, il gruppo chimico BASF ha confermato gli obiettivi climatici annunciati l'anno scorso, ovvero azzerare le emissioni nette di CO2 a livello globale entro il 2050, con un target intermedio del 25% entro il 2030 rispetto alle 21,9 milioni di tonnellate del 2018. Inoltre, entro il 2030 il fabbisogno energetico sarà sodisfatto interamente da fonti rinnovabili, prendendo come riferimento i consumi del 2021.
“In Europa infuria una guerra brutale con conseguenze di vasta portata sia per le persone che per l'economia - ha commentato il CEO di BASF, Martin Brudermüller -. Tuttavia, non dobbiamo perdere di vista la più grande sfida globale del nostro tempo: il cambiamento climatico". “Stiamo lavorando intensamente per implementare un gran numero di progetti volti a ridurre ulteriormente le nostre emissioni di CO2 in modo significativo e raggiungere così i nostri ambiziosi obiettivi climatici - ha aggiunto -. Collaborando con i fornitori di materie prime, stiamo anche adottando misure per ridurre le nostre emissioni legate ai prodotti. In questo modo, stiamo portando avanti la nostra trasformazione e supportiamo i clienti nei loro sforzi per ridurre le emissioni".
Brudermüller ha anche fatto il punto sui risultati raggiunti. L'anno scorso, le emissioni di CO2 sono state ridotte di circa il 3% rispetto all'anno precedente, nonostante la crescita dei volumi produttivi. La quota di energia rinnovabile utilizzata dal gruppo a fine 2021 era pari al 16% del fabbisogno totale.
Per soddisfare la sua domanda di energia rinnovabile, BASF sta perseguendo una strategia "make-and-buy", ovvero la produzione diretta integrata con l'acquisto di energia verde da terzi. A questo scopo, l'anno scorso ha acquisito una partecipazione nel parco eolico Vattenfall Hollandse Kust Zuid (leggi articolo), che una volta a regime - dopo il 2023 - sarà il più grande impianto offshore a livello mondiale, con una capacità installata totale di 1,5 gigawatt. Inoltre, in Europa ha firmato accordi a lungo termine (25 anni) di acquisto di energia elettrica da eolico e solare con Engie e Ørsted. Analoghi accordi sono stati siglati negli Stati Uniti per i siti di Freeport e Pasadena e in Cina per il nuovo polo di Zhanjiang.
Misure di efficientamento sono in fase di implementazione nei siti del gruppo, a partire da quello principale di Ludwigshafen. Per ridurre le emissioni di CO2, BASF sta introducendo un nuovo approccio per generare vapore utilizzando elettricità, in partnership con Siemens Energy.
Un altro progetto è legato all'elettrificazione dei forni di cracking, oggi alimentati con gas. BASF ha firmato l'anno scorso un accordo con Sabic e Linde per lo sviluppo congiunto di forni per steam cracker riscaldati elettricamente (leggi articolo), che porterà all'avvio di un impianto pilota multi-megawatt nel 2023. Inoltre, per la produzione di idrogeno senza CO2, la società sta sviluppando nuovi processi come la pirolisi del metano.
Interventi sono previsti anche nel sito di Anversa, il principale polo chimico del Belgio e il secondo hub produttivo di BASF a livello globale. Il piano prevede l'utilizzo di energia verde prodotta da impianti eolici, in combinazione con l'implementazione di nuove tecnologie a basse emissioni e un progetto di cattura e stoccaggio del carbonio (CCS) su larga scala nel porto di Anversa. L'obiettivo è rendere Anversa il primo polo petrolchimico ad avvicinarsi alle emissioni nette zero nel 2030.
Energia rinnovabile sarà utilizzata anche a Zhanjiang, il terzo più grande sito Verbund di BASF: a questo scopo è stato siglato un accordo quadro di fornitura, della durata di 25 anni, con State Power Investment Corporation (SPIC).
BASF sta investendo anche nell'energia solare. A febbraio, ha costituito insieme a enviaM una joint venture per realizzare a Schwarzheide un parco fotovoltaico da 25 gigawattora l'anno, equivalente a quasi il 10% della domanda annuale di elettricità del sito tedesco.
Una seconda linea di intervento riguarda l'offerta di prodotti con basso impatto ambientale. "Utilizzando energia verde, vapore a basse emissioni di carbonio, materie prime a base biologica e processi altamente efficienti, siamo in grado di offrire ai nostri clienti prodotti a zero emissioni nette e con ridotto PCF (Product Carbon Footprint) - ha affermato Brudermüller - . Prevediamo che la domanda di questi prodotti supererà l'offerta nel medio termine e che il loro valore di mercato compenserà ampiamente i maggiori costi di produzione". Al fine di garantire la massima trasparenza, BASF ha sviluppato una piattaforma digitale interna per calcolare i PCF di circa 45.000 prodotti immessi sul mercato.
Per quanto concerne gli investimenti, il gruppo tedesco stima spese in conto capitale inferiori a 1 miliardo di euro nel periodo 2021-2025 per sviluppare le tecnologie a basse emissioni e implementarle in impianti pilota, in parte sovvenzionate con fondi pubblici. Spese che tra il 2026 il 2030 aumenteranno a 2-3 miliardi di euro. In questa fase, infatti, BASF prevede di portare le prime tecnologie dalla scala pilota a quella industriale.
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