2 febbraio 2023 09:04
La Commissione europea ha presentato ieri il Green Deal Industrial Plan, piano per convertire l'industria europea a una nuova era di emissioni nette zero, migliorando al contempo la competitività, anche attraverso incentivi e un quadro normativo coerente e meno incerto che favorisca gli investmenti privati.
L'iniziativa integra le risorse già impegnate nell'ambito del Green Deal europeo e del REPowerEU definendo quattro pilastri: un ambiente normativo certo e semplificato, accesso più rapido ai finanziamenti, miglioramento delle competenze e un commercio aperto per rendere più resilienti le catene di approvvigionamento dell'industria.
"L'Europa è determinata a guidare la rivoluzione verso tecnologie pulite - ha affermato Ursula von der Leyen (nella foto), presidente della Commissione europea -. Per le aziende e le persone ciò significa trasformare le competenze in posti di lavoro di qualità e l'innovazione in produzione in serie, grazie a un quadro di riferimento più semplice e veloce. Un migliore accesso ai finanziamenti consentirà alle nostre principali industrie che operano nelle tecnologie pulite di crescere rapidamente".
Per quanto concerne la semplificazione del contesto legislativo e la sua certezza - aspetto quest'ultimo caro all'industria -, la Commissione predisporrà un Net-Zero Industry Act, dove saranno indicati gli obiettivi e definito un quadro normativo adatto alla loro rapida attuazione, garantendo autorizzazioni semplificate e rapide, promuovendo progetti strategici europei e sviluppando norme a sostegno dello sviluppo tecnologico a livello comunitario. Rientra in questo ambito anche una regolamentazione sulle materie prime critiche e la riforma dell'assetto del mercato dell'elettricità, per fare in modo che imprese e consumatori possano beneficiare di energie rinnovabili a basso costo.
Il secondo pilastro del Green Deal Industrial Plan punta ad accelerare gli investimenti privati e i finanziamenti pubblici volti allo sviluppo di tecnologie pulite e alla transizione verde. La Commissione consulterà gli Stati membri sull'adozione di un quadro temporaneo in materia di aiuti di Stato, diverso dall'attuale (probabilmente allentando i vincoli), e incrementerà le soglie di notifica per interventi a sostegno degli investimenti 'green'. Bruxelles si impegna inoltre a facilitare l'accesso ai fondi UE esistenti per finanziare l'innovazione, la produzione e la diffusione di tecnologie pulite.
Per quanto riguarda le competenze, l'obiettivo è creare, attraverso la transizione verde, nuovi posti di lavoro. Si pensa all'istituzione di centri di formazione (Net-Zero Industry Academies) per avviare programmi di aggiornamento delle competenze e riqualificazione degli occupati nelle industrie strategiche, combinando un modello "Skills-first", che riconosce le competenze effettive, con gli approcci esistenti basati sulle qualifiche. C'è anche l'intenzione di facilitare l'accesso dei cittadini di paesi terzi ai mercati del lavoro dell'UE nei settori prioritari, nonché misure per promuovere e allineare i finanziamenti pubblici e privati allo sviluppo delle competenze richieste.
Infine, riguardo al quarto pilastro del piano - commercio aperto per filiere più resilienti - i temi sono quelli della cooperazione e degli accordi di libero scambio, sempre allo scopo di sostenere la transizione verde dell'industria. Una proposta è la creazione di un Critical Raw Materials Club, che riunisca i paesi "consumatori" di materie prime e quelli ricchi di risorse per garantire una sicurezza di approvvigionamento, anche attraverso una base industriale competitiva e diversificata.
La Commissione intende in ogni caso proteggere il mercato unico dal commercio internazionale sleale nel settore delle tecnologie pulite e utilizzerà gli strumenti a disposizione per garantire che le sovvenzioni statali alle aziende estere non distorcano la concorrenza nel mercato unico, anche in questo settore critico.
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