29 giugno 2023 16:08
Le Commissioni Ambiente e Attività produttive della Camera dei Deputati, riunite per esaminare la Proposta di regolamento su imballaggi e rifiuti di imballaggio hanno espresso un parere negativo sul testo, in particolare sulla valutazione di impatto, ritenuta "gravemente carente e parziale sotto numerosi profili".
Una posizione anticipata nei giorni scorsi dal viceministro all’Ambiente e Sicurezza energetica Vannia Gava (leggi articolo).
ASPETTI CRITICI DEL REGOLAMENTO. Il primo aspetto 'critico' riguarda il peso dato al riutilizzo degli imballaggi a scapito del loro riciclo. "Non si chiarisce - si legge nella relazione delle Commssioni - per quali ragioni gli Stati membri che già registrano elevati tassi di riciclo dovrebbero mutare completamente l’approccio sinora seguito con successo e non potrebbero conseguire gli obiettivi sottesi alla proposta mantenendo il sistema attuale o scegliendo altri strumenti e modalità appropriate". "L'applicazione della normativa proposta avrebbe un impatto fortemente negativo e paradossale sull’Italia, che ha sviluppato un sistema di trattamento dei rifiuti da imballaggio in grado di conseguire, con molti anni di anticipo, gli obiettivi europei di riciclo fissati per il 2025 e per il 2030 e che opera su tutti i materiali di imballaggio, compresi i rifiuti di imballaggio in bioplastica compostabile raccolti assieme all’umido domestico".
DANNI PER L'INDUSTRIA ITALIANA. Nella relazione viene posto l'accento sui danni per il comparto degli imballaggi ed esplicitata l'incongruenza di destinare risorse del PNRR per 2,1 miliardi di euro al miglioramento infrastrutturale per la raccolta e il riciclo dei rifiuti, quando questi investimenti, già programmati, "non sarebbero coerenti con la normativa proposta che, favorendo il riutilizzo degli imballaggi, comporterebbe minori quantità di riciclaggio".
La proposta della Commissione UE viene anche criticata in quanto non non stimerebbe "le conseguenze del nuovo approccio sulla progettazione e produzione degli imballaggi, sul consumo di materie prime, sull’impiego di risorse, sugli aspetti igienico-sanitari e quindi sui rischi del riuso stesso per la salute umana, sulle filiere nazionali degli imballaggi e della gestione dei rifiuti già esistenti". Inoltre: "da un lato, vincola al riuso degli imballaggi sottraendoli al riciclo, dall’altro, prevede una percentuale obbligatoria di materiale plastico riciclato nella produzione di nuovi imballaggi senza dimostrare se l’effettiva disponibilità di materiali ottenuti dal riciclo, che si vuole diminuire, sarà sufficiente ad assolvere a tale obbligo.
ASPETTI GIURIDICI. Viene criticata anche la decisione di utilizzare lo strumento del Regolamento - applicabile immediatamente, senza periodo di transizione - e non quello della Direttiva, e l'eccessivo ricorso atti delegati della Commissione, "aumentando l’incertezza e le difficoltà delle imprese che necessitano di tempo per modificare i propri processi produttivi e programmare investimenti".
LE RICHIESTE DELLE COMMISSIONI RIUNITE. Nel documento finale, i membri delle due commissioni chiedono Bruxelles di presentare una nuova valutazione di impatto, che venga rivista la scelta dell’atto giuridico, ricorrendo ad una direttiva anziché ad un regolamento o, in subordine, che si introducano nel regolamento proposto misure di flessibilità e che la normativa trovi applicazione non prima di 48 mesi dopo la sua entrata in vigore.
Viene anche chiesto di limitare al massimo il ricorso ad atti delegati e che se ne precisino tempistica e criteri direttivi; che affidi all’organismo di normazione dell’Unione europea (CEN), e non ad un atto delegato della Commissione europea, la definizione dei criteri tecnici di progettazione per il riciclo e delle classi di prestazioni di riciclo.
CONTENUTO MINIMO E OBBLIGHI DI RICICLO. Scendendo più sul tecnico, riguardo al contenuto riciclato minimo obbligatorio, si suggerisce di escludere gli imballaggi in PET o in altri polimeri per alimenti e bevande, prevedendo invece l’avvio di una sperimentazione "in cui impiegare plastiche riciclate provenienti dal riciclo di imballaggi già impiegati per prodotti alimentari". Andrebbero anche esclusi dall'obbligo di riciclo - per evitare contaminazioni - gli imballaggi primari dei farmaci, che potrebbero conservare residui dei principi attivi.
PIÚ SPAZIO ALLE BIOPLASTICHE. Si chiede anche di ampliare la lista delle applicazioni che possono essere realizzate con materiali compostabili e di ammettere alla circolazione tutti gli imballaggi compostabili certificati ad uso alimentare, conformi ai criteri tecnici di progettazione per il riciclaggio organico, nei paesi dotati (come l'Italia) di idonee strutture di riciclo organico.
Si dovrebbe anche consentire l’utilizzo di imballaggi monouso sostenibili e riciclabili, ottenuti con minore consumo di materie prime, ovvero con l’utilizzo di materie prime rinnovabili e compostabili.
NO A RIUTILIZZO E DRS. Infine, andrebbero esclusi dagli obblighi relativi al riutilizzo degli imballaggi e all’istituzione di sistemi di riutilizzo e di deposito cauzionale quegli Stati membri che riciclano elevate quantità di rifiuti da imballaggio.
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