16 dicembre 2024 08:50
[aggiornato] Entra nel vivo, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), l'esame del piano di ristrutturazione dei due impianti Versalis di Priolo e Ragusa, annunciato nelle scorse settimane dalla società chimica del gruppo ENI (leggi articolo), mentre la riunione del tavolo per il polo di Brindisi è stata rimandata all'inizio di gennaio.
Nel primo incontro, tenutosi venerdì scorso - secondo quanto riferisce il ministero - ENI è entrata nel dettaglio del piano di riconversione dei due siti siciliani, "illustrando le possibili soluzioni e gli strumenti a disposizione per la tutela industriale e occupazionale dell’indotto". La riunione tecnica è stata aggiornata per consentire all'azienda di fornire in tempi brevi ulteriori informazioni, mentre dal ministero è arrivata la richiesta di rendere noto il cronoprogramma della riconversione.
Per quanto concerne Priolo, il cracker per etilene sarà riconvertito in una bioraffineria avanzata, la quarta in Italia di ENI, che si affiancherà a quelle di Gela, Venezia e Livorno (in costruzione). Secondo quanto riferiscono i sindacati dei chimici, nel sito saranno anche avviati impianti dedicati alla produzione di idrogeno e un impianto di riciclo chimico in grado di trasformare le plastiche miste in olio di pirolisi destinato ad alimentare la bioraffineria che prenderà il posto del cracker.
ENI - si legge in una nota diffusa da UGL - ha assicurato che durante il periodo di fermo per bonifiche, dismissioni e realizzazione dei nuovi impianti, tutti i lavoratori diretti manterranno il proprio posto, mentre si registrerà un aumento significativo dell’occupazione nell’indotto per i lavori di realizzazione. "Tuttavia - sottolinea il sindacato - permangono perplessità sulla certezza delle tempistiche e sull’iter autorizzativo, con lo start-up previsto per il 2028".
“Sulla chiusura dell’impianto di cracking di Priolo – afferma Nora Garofalo (nella foto), Segretaria generale di Femca Cisl Nazionale – ENI ci ha parlato di un programma Fast track, annunciando di aver completato lo studio di pre-fattibilità e di aver già individuato le utilities, i serbatoi e le infrastrutture per far funzionare la bioraffineria. Il sito è in marcia e resterà attivo per tutto il 2025. Tra la fine del prossimo anno e l’inizio del 2026 ci sarà il fermo impianti e partirà il processo di riconversione. In sostanza, sono diverse le rassicurazioni avute oggi sul processo industriale, ma come organizzazioni sindacali dobbiamo averne ancora sul piano di politica economico-sociale”.
"Tutti senza date di avvio, senza cronoprogramma e senza indicare gli organici necessari - fa sapere Filctem-Cgil -. Su Priolo, le ipotesi in campo riguardano lo sviluppo di una bioraffineria, progetto su cui ENI ha già operato in altre occasioni, e il riciclo di plastiche chimiche che produrrebbe un olio da inviare ai cracker per produrre etilene. Peccato che in Italia non esisteranno più impianti di cracking per il riciclo della plastica”. “Non sono stati analizzati i futuri rischi derivanti da tale decisione, visto che ENI stessa dichiara come condizione fondamentale della chimica di base la filiera corta, né le ricadute che la chiusura del cracking di Priolo determinerà sugli impianti Versalis di Ferrara, Ravenna e Mantova, oltre che al resto delle aziende collocate negli stessi siti che oggi lavorano l’etilene o i suoi derivati”.
Passando a Ragusa, oltre alla riconversione dell’impianto di polietilene, il piano prevede la creazione di un centro di eccellenza e nuovi impianti destinati alla lavorazione di materie prime provenienti da oli esausti, scarti animali e agricoli, per alimentare le bioraffinerie di Gela e successivamente Priolo. Sono anche previsti investimenti in due impianti sperimentali di riciclo meccanico e una filiera agricola che utilizzerà fino a 15.000 ettari di terreni marginali siciliani in collaborazione con gli imprenditori agricoli locali.
“Ragusa è già considerata chiusa e dal 1° gennaio sarà dato avvio allo smantellamento e alla messa in sicurezza del sito - nota Filctem-Cgil -. Sui progetti di reindustrializzazione la situazione è particolarmente indefinita”.
Meno netta la posizione di Femca-Cisl: "Apprezziamo il passo avanti fatto su Ragusa da ENI, che ha accolto la nostra richiesta di impegno perché non divenisse solo un Centro di competenze - sostiene Nora Garofalo, di Femca Cisl -. L’impianto di polietilene è attualmente fermo e a gennaio 2025 inizia l’operazione di decommissioning. Il polo dovrebbe diventare un’unità sperimentale, focalizzata sulle tecnologie di riciclo (meccanico e chimico) e sulla circolarità (bio e agricola); in sostanza - spiega la sindacalista - un’unità di ricerca e un agri-hub, un ponte con Priolo sulle iniziative circolari e bio e un motore di innovazione verso le filiere che sono in sviluppo, per attrarre o creare nella città nuove catene produttive industriali. Oggi ci sono state date rassicurazioni sulla continuità dei livelli occupazionali, ma le tempistiche sono lunghe e ancora poco chiare”.
Per Uiltec, restando a Ragusa, le informazioni sono insufficienti per comprendere esattamente l’idea di trasformazione immaginata, le ricadute occupazionali e sociali, la dimensione produttiva. "Serviranno ulteriori approfondimenti, per superare le criticità che al momento permangono nella discussione di un sito che merita di avere una prospettiva certa nei tempi e nei percorsi".
Desta invece preoccupazione il cronoprogramma di riconversione, essendo i progetti attuativi e, quindi, l’alternanza produttiva, soggetti a procedure amministrative e autorizzative che potrebbero dilatare i tempi previsti.
Dubbi sulle tempistiche per la realizzazione dei nuovi impianti giungono anche da un'altro sindacato di categoria, Fialc Cisal. "Nonostante gli impegni di ENI a proposito di garanzia dei livelli occupazionali tra decomissioning e nuove opere, a nostro avviso, dichiarare la chiusura delle attuali produzioni per il 2025 e prospettare la startup, dei nuovi progetti, per fine 2028, rischia, comunque, di produrre un gravoso contraccolpo in termini di posti di lavoro", commenta il segretario Massimo Pagliara.
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