11 marzo 2025 08:45
I sindacati dei chimici restano divisi sul protocollo d'intesa con Versalis (ENI) che riguarda il piano di riconversione della chimica di base annunciato dal gruppo ENI alla fine dell'anno scorso (leggi articolo).
Nel corso dell'incontro tenutosi ieri a Roma, presso la sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), il documento è stato sottoscritto da Cisal, Femca-Cisl, UGL Chimici e Uiltec-Uil, ma non da Filctem-Cgil, che aveva indetto, per lo stesso giorno, uno sciopero negli stabilimenti Versalis e un presidio sotto la sede del dicastero.
Nora Garofalo, Segretaria generale nazionale di Femca-Cisl, ritiene che il protocollo firmato a Roma consentirà di "salvaguardare l’intensità industriale e occupazionale dei siti produttivi di Brindisi, Priolo e Ragusa", e chiede al ministero di convocare i tavoli previsti dal protocollo per il monitoraggio e il governo delle fasi della riconversione.
Sulla stessa linea Daniela Piras (nella foto), Segretaria generale di Uiltec-Uil, che rivendica la firma del protocollo come atto di responsabilità per garantire al settore investimenti, intensità industriale e i livelli occupazionali. Il documento - afferma la sindacalista - contiene i punti ritenuti irrinunciabili, tra cui il mantenimento dei livelli occupazionali, anche negli appalti, nonché la garanzia degli approvvigionamenti a supporto di tutti gli stabilimenti di Versalis in Italia. E - sottolinea Piras - ogni nuova produzione continuerà ad avere un'identità ENI.
“L’accordo su Versalis rappresenta un passaggio cruciale per il settore chimico italiano, ma deve essere accompagnato da azioni concrete per garantire la sostenibilità e la competitività delle nostre industrie - nota Andrea Alario, Coordinatore Nazionale Energia di UGL Chimici -. È essenziale che questa riconversione venga attuata senza compromettere i livelli occupazionali e con una visione chiara sulla filiera energetica e chimica".
Di diverso avviso la Filctem-Cgil, che prende tempo per esaminare il testo dell'accordo. Il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo, mette però le mani avanti: "A nostro avviso il documento presentato oggi ha elementi generici che non forniscono le indispensabili garanzie occupazionali sia per i dipendenti diretti che per gli indiretti", pur accogliendo positivamente la decisione del Ministero di accettare la richiesta di un tavolo per l’indotto.
Come già annunciato, il piano presentato da Versalis prevede la fermata degli impianti di cracking a Priolo e Brindisi (quest'ultimo messo in stato di conservazione), oltre alla chiusura dell'impianto di polietilene a Ragusa; interventi che saranno compensati da investimenti nel riciclo meccanico e chimico, bioraffinazione e produzione di batterie di rete stazionarie. L'intervento richiederà cinque anni con investimenti previsti in oltre 2 miliardi di euro.
Il Mimit ha deciso di istituire, d’intesa con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), un tavolo di coordinamento e monitoraggio per l’attuazione del Piano ENI, al fine di garantire il rispetto degli impegni assunti, inclusi i tempi di realizzazione, la tutela dei livelli occupazionali e l’impatto sulla filiera a valle e sull’indotto.
Per il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (nella foto), è stata raggiunta una tappa fondamentale verso un futuro sostenibile per il settore chimico.
“Non ci siamo arresi di fronte alle difficoltà - ha dichiarato - ma abbiamo scelto di guardare al futuro, trasformando una crisi in un'opportunità straordinaria per rilanciare la chimica, rendendola un settore competitivo e protagonista della transizione green.”
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