Un rapporto dell'ente per l'Ambiente mette in dubbio la sostenibilità delle plastiche oxo-degradabili.
Il dipartimento britannico per l'ambiente, il cibo e l'agricoltura (Defra) ha commissionato all'Università di Loughborough una ricerca sugli imballaggi e gli shopper oxo-degradabili da cui emerge che i rischi di confusione tra i cittadini risulterebbero superiori rispetto ai potenziali benefici ambientali offerti da questi materiali. "Alcune plastiche definite 'degradabili' potrebbero non essere così 'amiche dell'ambiente' come i consumatori ritengono", afferma l'ente governativo in una nota.
Lo studio mette in dubbio il basso impatto ambientale di questi materiali, plastiche convenzionali che, grazie a speciali additivi, sono in grado di degradare più velocemente nell'ambiente, senza però soddisfare i criteri di biodegradabilità previsti dagli standard europei. In particolare, non sarebbe chiaro l'impatto degli imballaggi sull'ambiente nel periodo compreso tra l'inizio del processo di frammentazione e la completa biodegradazione, che può durare qualche anno. I ricercatori sottolineano anche l'impossibilità di gestire i rifiuti con le normali tecnologie di riciclaggio meccanico, a causa degli additivi aggiunti alle resine, né tramite compostaggio, per il lungo tempo necessario alla loro biodegradazione. Le uniche alternative restano quindi l'incenerimento e la discarica.
Dure le parole del ministro per l'ambiente, Dan Norris: "La ricerca pubblicata mostra chiaramente che i consumatori rischiano di essere confusi da alcune affermazioni introno alle plastiche oxo-degradabili. Poiché questi materiali non possono essere compostati, il termine 'biodegradabile' può causare confusione. Uno smaltimento non corretto dei rifiuti potrebbe quindi influenzare negativamente sia il riciclaggio che lo smaltimento negli impianti di compostaggio". E aggiunge: "Ci auguriamo che questa ricerca scoraggi i produttori e i rivenditori ad affermare che questi materiali sono migliori per l'ambiente rispetto alle materie plastiche convenzionali".
La ricerca può essere scaricata qui: "EV0422 - Assessing the Environmental Impacts of Oxo-degradable Plastics Across Their Life Cycle"
15 marzo 2010 09:19
Un rapporto dell'ente per l'Ambiente mette in dubbio la sostenibilità delle plastiche oxo-degradabili.
Il dipartimento britannico per l'ambiente, il cibo e l'agricoltura (Defra) ha commissionato all'Università di Loughborough una ricerca sugli imballaggi e gli shopper oxo-degradabili da cui emerge che i rischi di confusione tra i cittadini risulterebbero superiori rispetto ai potenziali benefici ambientali offerti da questi materiali. "Alcune plastiche definite 'degradabili' potrebbero non essere così 'amiche dell'ambiente' come i consumatori ritengono", afferma l'ente governativo in una nota.
Lo studio mette in dubbio il basso impatto ambientale di questi materiali, plastiche convenzionali che, grazie a speciali additivi, sono in grado di degradare più velocemente nell'ambiente, senza però soddisfare i criteri di biodegradabilità previsti dagli standard europei. In particolare, non sarebbe chiaro l'impatto degli imballaggi sull'ambiente nel periodo compreso tra l'inizio del processo di frammentazione e la completa biodegradazione, che può durare qualche anno. I ricercatori sottolineano anche l'impossibilità di gestire i rifiuti con le normali tecnologie di riciclaggio meccanico, a causa degli additivi aggiunti alle resine, né tramite compostaggio, per il lungo tempo necessario alla loro biodegradazione. Le uniche alternative restano quindi l'incenerimento e la discarica.
Dure le parole del ministro per l'ambiente, Dan Norris: "La ricerca pubblicata mostra chiaramente che i consumatori rischiano di essere confusi da alcune affermazioni introno alle plastiche oxo-degradabili. Poiché questi materiali non possono essere compostati, il termine 'biodegradabile' può causare confusione. Uno smaltimento non corretto dei rifiuti potrebbe quindi influenzare negativamente sia il riciclaggio che lo smaltimento negli impianti di compostaggio". E aggiunge: "Ci auguriamo che questa ricerca scoraggi i produttori e i rivenditori ad affermare che questi materiali sono migliori per l'ambiente rispetto alle materie plastiche convenzionali".
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