Quest'anno la produzione europea di macchine e impianti di trasformazione tornerà a crescere. Ma il 10-15% atteso non basta a ripianare il calo del 2009.
Il K'2010, che si chiude oggi a Düsseldorf, potrebbe segnare, quanto meno idealmente, un punto di svolta per il settore della costruzione di macchine e impianti per la trasformazione di materie plastiche e gomma, che solo in Europa conta circa 3.700 imprese con 98mila addetti. Secondo le previsioni di Euromap, l'organizzazione che riunisce le principali associazioni europee del comparto, la domanda è in ripresa su tutti i mercati e ci si può ragionevolmente attendere per il 2010 un aumento della produzione nel vecchio continente intorno al +10-15%, andamento indicato nei giorni scorsi anche dalla tedesca VDMA (che proprio prima del K ha alzato la stima dal +10% al +15%).
"Sono lieto di poter dire che che le speranze espresse un anno fa sul fatto che il K'2010 avrebbe segnato un ritorno ad un trend positivo per il comparto erano fondate", commenta il presidente di Euromap Bernhard Merki. Anche se siamo ancora lontani da un recupero dei livelli pre-crisi: nel 2009 la costruzione di macchine nei paesi Euromap è infatti crollata del -24,5% a 13,2 miliardi di euro, dopo un 2008 da record (almeno fino a tutto il terzo trimestre). E se si considerano le sole macchine principali (come presse, estrusori, soffiatrici ecc.), la caduta è stata ancora più significativa: -30,2%, mentre le periferiche hanno subito una flessione del -27,7%, stampi e filiere del -10,4% e flessografiche del -10,2%.
Per quanto concerne le esportazioni, nel 2009 sono calate del 29,5% a 8,8 miliardi di euro: la quota di export europea sul totale è scesa così dal 56,9% al 52,5%. Nel quarto trimestre dello scorso anno si è però assistito a un cambiamento di rotta, soprattutto grazie alla ripresa della domanda proveniente dai mercati asiatici (in testa India e Cina), dal Brasile e dal Messico.
La produzione rappresentata da Euromap vale oggi circa il 45% dell'intera produzione mondiale di macchine e impianti per la lavorazione delle materie plastiche, ma questa quota è in declino: era infatti pari al 50,3% nel 2008. Se si considera la produzione globale, il 2009 è andato leggermente meglio rispetto al dato europeo: -22,8% contro - come abbiamo visto - il 24,5% di Euromap; divario giustificato dai sostegni all'economia e agli investimenti messi in campo dal governo cinese e di cui avrebbe beneficiato soprattutto l'industria nazionale.
Il segno dei tempi è confermato da un altro dato: la produzione cinese, pari al 23,5% lo scorso anno (contro il 19,1% del 2008), ha superato quella tedesca (scesa dal 25,3% al 22,6%), mentre l'Italia si conferma al terzo posto, addirittura salendo dal 12% al 12,1%.
In compenso, la crisi sembra incentivare la pirateria e l'industria del falso. Euromap ha condotto un'indagine tra i propri associati, rilevando che i danni per l'industria del settore sono cresciuti sensibilmente negli ultimi tre anni: "Stimiamo che i costruttori europei abbiano perso quasi 800 milioni di euro", spiega Luciano Anceschi, Vicepresidente di Euromap, che definisce questi numeri allarmanti. Quasi un'impresa del settore su 5 stima una perdita dovuta alla pirateria compresa tra il 10% e il 20% delle vendite, e una su dieci ritiene che i danni siano anche superiori. I paesi più a rischio, secondo i costruttori europei, sarebbero Cina, Turchia e India.
3 novembre 2010 10:13
Quest'anno la produzione europea di macchine e impianti di trasformazione tornerà a crescere. Ma il 10-15% atteso non basta a ripianare il calo del 2009.
Il K'2010, che si chiude oggi a Düsseldorf, potrebbe segnare, quanto meno idealmente, un punto di svolta per il settore della costruzione di macchine e impianti per la trasformazione di materie plastiche e gomma, che solo in Europa conta circa 3.700 imprese con 98mila addetti. Secondo le previsioni di Euromap, l'organizzazione che riunisce le principali associazioni europee del comparto, la domanda è in ripresa su tutti i mercati e ci si può ragionevolmente attendere per il 2010 un aumento della produzione nel vecchio continente intorno al +10-15%, andamento indicato nei giorni scorsi anche dalla tedesca VDMA (che proprio prima del K ha alzato la stima dal +10% al +15%).
"Sono lieto di poter dire che che le speranze espresse un anno fa sul fatto che il K'2010 avrebbe segnato un ritorno ad un trend positivo per il comparto erano fondate", commenta il presidente di Euromap Bernhard Merki. Anche se siamo ancora lontani da un recupero dei livelli pre-crisi: nel 2009 la costruzione di macchine nei paesi Euromap è infatti crollata del -24,5% a 13,2 miliardi di euro, dopo un 2008 da record (almeno fino a tutto il terzo trimestre). E se si considerano le sole macchine principali (come presse, estrusori, soffiatrici ecc.), la caduta è stata ancora più significativa: -30,2%, mentre le periferiche hanno subito una flessione del -27,7%, stampi e filiere del -10,4% e flessografiche del -10,2%.
Per quanto concerne le esportazioni, nel 2009 sono calate del 29,5% a 8,8 miliardi di euro: la quota di export europea sul totale è scesa così dal 56,9% al 52,5%. Nel quarto trimestre dello scorso anno si è però assistito a un cambiamento di rotta, soprattutto grazie alla ripresa della domanda proveniente dai mercati asiatici (in testa India e Cina), dal Brasile e dal Messico.
La produzione rappresentata da Euromap vale oggi circa il 45% dell'intera produzione mondiale di macchine e impianti per la lavorazione delle materie plastiche, ma questa quota è in declino: era infatti pari al 50,3% nel 2008. Se si considera la produzione globale, il 2009 è andato leggermente meglio rispetto al dato europeo: -22,8% contro - come abbiamo visto - il 24,5% di Euromap; divario giustificato dai sostegni all'economia e agli investimenti messi in campo dal governo cinese e di cui avrebbe beneficiato soprattutto l'industria nazionale.
Il segno dei tempi è confermato da un altro dato: la produzione cinese, pari al 23,5% lo scorso anno (contro il 19,1% del 2008), ha superato quella tedesca (scesa dal 25,3% al 22,6%), mentre l'Italia si conferma al terzo posto, addirittura salendo dal 12% al 12,1%.
In compenso, la crisi sembra incentivare la pirateria e l'industria del falso. Euromap ha condotto un'indagine tra i propri associati, rilevando che i danni per l'industria del settore sono cresciuti sensibilmente negli ultimi tre anni: "Stimiamo che i costruttori europei abbiano perso quasi 800 milioni di euro", spiega Luciano Anceschi, Vicepresidente di Euromap, che definisce questi numeri allarmanti. Quasi un'impresa del settore su 5 stima una perdita dovuta alla pirateria compresa tra il 10% e il 20% delle vendite, e una su dieci ritiene che i danni siano anche superiori. I paesi più a rischio, secondo i costruttori europei, sarebbero Cina, Turchia e India.
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