Nel secondo trimestre raggiunto un giro d'affari di 7,6 milioni di dollari, anche grazie alle normative che favoriscono i biopolimeri.
30 agosto 2011 07:05
Cereplast, produttore californiano di bioplastiche, ha chiuso il secondo trimestre dell'anno con vendite nette pari a 7,6 milioni di dollari, contro i 646.000 dollari dello stesso trimestre dello scorso anno e i 6,3 milioni dell'intero 2010. Il risultato netto trimestrale resta però negativo per 2,4 milioni di dollari, contro una perdita di 1,7 milioni registrata nello stesso periodo dello scorso anno. Le stime della società indicano una chiusura di esercizio con un fatturato compreso tra 28 e 34 milioni di euro.
La società americana, che aprirà l'anno prossimo in Italia il suo primo stabilimento europeo, attribuisce il balzo delle vendite alle normative, entrate in forza in molti stati, che favoriscono i biopolimeri in alcune applicazioni di imballaggio. Caso tipico è la messa al bando dei sacchetti per la spesa in plastica non biodegradabile introdotta nel nostro paese a gennaio. Provvedimento che ha spinto la società californiana a scegliere proprio l'Italia come base produttiva a livello continentale.
Cereplast sta anche completando la rete di distribuzione in Europa: in agosto ha raggiunto un accordo con Mastercolor AB per la vendita dei biopolimeri Cereplast Compostables, a base di acido polilattico (PLA Ingeo), in Danimarca, Svezia e Norvegia; si tratta del settimo contratto commerciale siglato solo quest'anno, a dimostrazione della volontà di ritagliarsi uno spazio sul vecchio continente, una delle aree di maggior espansione per le bioplastiche.
“A trainare la domanda sono i sacchetti, ma la crescita sta interessando anche gli imballaggi rigidi e flessibili – nota Frederic Scheer, Chairman e CEO di Cereplast -. Ci aspettiamo i maggiori tassi di crescita in Europa, dove già si registrano fenomeni di shortage per i sacchetti compostabili”. Scheer ha anche confermato il progetto per la costruzione del nuovo impianto in Umbria, nei primi mesi del prossimo anno, con una capacità iniziale di 50mila tonnellate annue, espandibile a 100.000 t/a. Gli accordi definitivi dovrebbero essere siglati entro la fine del terzo trimestre; l'investimento sarà finanziato in parte con fondi pubblici.
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