Presentato il nuovo brand alla fiera delle plastiche di Milano. Ferrari: "Versalis diversa dalla vecchia Polimeri Europa". Investimenti per 1,6 miliardi di euro in quattro anni.
10 maggio 2012 07:07
Versalis, nuovo nome (e non solo) di Polimeri Europa, si è presentata ufficialmente ieri al Plast di Milano durante una conferenza stampa tenuta dall'Amministratore delegato Daniele Ferrari, occasione per fare il punto sul piano quadriennale di investimenti 2012-2015 nei siti italiani del gruppo. Nel complesso, ha spiegato il manager della società milanese, sono previsti investimenti in quattro anni per 1,6 miliardi di euro, ovvero il 60% in più rispetto al piano precedente, mezzo milione solo nel settore degli elastomeri. L’obiettivo - ha spiegato Ferrari - è di raddoppiare il peso della gomma nel fatturato della società, dall’attuale 15% al 30% nell’arco dei prossimi 5 anni.
Ai 500 milioni di euro già stanziati per rilanciare insieme a Novamont (nella jont-venture Matrica) il polo chimico di Porto Torres, riconvertito alla chimica verde, si aggiungeranno risorse dedicate a rendere competitive le produzioni a Priolo, Porto Torres e Sarroch in Sardegna, Ferrara, Ravenna e Porto Marghera, oltre che a Grangemouth (Regno Unito) e Dunkerque, in Francia. Ma le nuove strategie della società prevedono anche un nuovo approccio al licensing di tecnologie - che poterà ad un impegno diretto attraverso acquisizioni di partecipazioni e joint-venture - e la creazione di alleanze strategiche su alcuni mercati, soprattutto quelli asiatici, anche se non sono stati forniti dettagli su eventuali trattative in corso. E' stato invece annunciato il ritorno in Cina con una società commerciale, Eni Chemicals Shanghai, per la distribuzione diretta di prodotti sul mercato locale e con Versalis Pacific (con sede sempre a Shanghai) per operare nel resto dell'Asia.
A margine della conferenza stampa, l'AD di Versalis non ha escluso per il futuro - al termine del processo di ristrutturazione, dopo il 2016 - la possibilità di un IPO per aprire il capitale ad investitori esterni. Anche perché - con tutta probabilità - la società sarà più appetibile, considerando che dalla ristrutturazione è atteso un miglioramento dell'EBIT superiore a 400 milioni di euro nel 2015, con la speranza di accrescere le vendite del 50%. Ferrari ha parlato esplicitamente di una 'nuova Polimeri Europa', diversa da quella del passato, più globale e diversificata.
Per quanto concerne il piano di riqualificazione delle produzioni, il trend sembra andare verso un maggiore peso delle specialità a spese delle commodities. Confermata la chiusura delle produzione di polietilene a Priolo (LLDPE) e a Porto Torres (quest'ultima già completata), il probabile dimezzamento della capacità del cracker di Priolo (oggi pari a 760.000 t/a) e, più in generale, un utilizzo dei prodotti da cracking, estraendone frazioni fino ad oggi non utilizzate (per esempio C5 e C9), per sfruttarne maggiormente il potenziale valore aggiunto. A Priolo è previsto l'intervento più radicale, da oltre 350 milioni di euro, per potenziare la produzione di isoprene a fronte di una riduzione delle produzioni meno competitive, mentre a Sarroch la produzione di isomeri dello xilene sarà concentrata in un solo prodotto, invece dei tre attuali, con la realizzazione di un nuovo impianto di isomerizzazione.
Più gomma anche a Ravenna, in particolare ampliamenti di gamma per sSBR, TPR e poliisoprene, con interventi per 350 milioni di euro. Ferrara beneficerà di investimenti per 135 milioni di euro con la costruzione di una nuova linea EPDM per pneumatici e articoli tecnici ("Se avessimo queste capacità oggi, le avremmo già vendute tutte", ha commentato Ferrari), mentre l'intervento di Porto Marghera, del valore circa 100 milioni, già in corso, interessa il riassetto energetico dell'impianto per arrivare all'indipendenza nella produzione di vapore, al fine di riportare l'impianto a condizioni di maggiore sostenibilità economica: "Vogliamo che Porto Marghera torni ad essere un polo strategico competitivo per il Nord Italia, poiché si trova al centro dello snodo di pipeline importanti che raggiungono Ferrara, Mantova e Ravenna", ha spiegato Ferrari.
Fuori dai confini nazionali, 50 milioni di euro saranno destinati all'impianto inglese di Grangemouth, in Scozia, per ampliare la produzione di gomma SBR in soluzione, e altri 80 milioni saranno destinati al cracker di Dunkerque, destinati essenzialmente ad un nuovo impianto per butadiene, un intermedio che "sarà in corto strutturale per i prossimi dieci anni".
Per quanto concerne Brindisi, invece, la società sta ancora valutando le possibili opzioni, tra cui l'eventuale espansione delle capacità nel polietilene, anche se al momento - ha ricordato Ferrari - non sembra necessaria considerate le attuali capacità e la situazione del mercato, caratterizzato da una sovracapacità di LLDPE in Europa.
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