Riceviamo e volentieri pubblichiamo l’intervento del presidente di PVC Forum Italia sul tema della sostenibilità degli additivi per PVC.
11 novembre 2014 07:23
Recenti articoli pubblicati su quotidiani e periodici generalisti hanno creato forte allarmismo, quasi sempre ingiustificato, sulla presenza e la pericolosità degli ftalati e, per estensione, del PVC negli articoli di largo consumo. Carlo Ciotti, presidente di PVC Forum Italia, ha voluto fare chiarezza su questo delicato tema inviandoci una nota, che pubblichiamo di seguito integralmente.
PVC: verso un uso sostenibile degli additivi
Un paio di anni fa era stato pubblicato da Polimerica un articolo dal titolo “Facciamo chiarezza su PVC, PVC polimero e ftalati” in cui veniva spiegato che:
1) non bisogna confondere il PVC polimero con una miscela di PVC polimero in cui vengono utilizzati gli additivi necessari per ottenere le volute caratteristiche prestazionali dell’articolo finito;
2) non bisogna parlare genericamente di ftalati, ma considerare che esistono almeno due distinte classi: quelli a basso peso molecolare e quelli ad alto peso molecolare, che pur essendo sostanzialmente equivalenti come influenza sulle prestazione dell’articolo in PVC, hanno un diverso impatto sulla salute e sull’ambiente.
Per molto tempo, in tutti gli articoli a favore o contrari al PVC sembrava che questa differenza fosse stata ben recepita, ma purtroppo negli ultimi tempi sono apparsi alcuni articoli che continuano a confondere il PVC con le sostanze che possono essere, ma non è detto che lo siano, utilizzate per produrre un articolo in PVC.
Facciamo in particolare riferimento a come è stato sintetizzato nei titoli di stampa, uno studio americano sull’influenza che certi tipi di plastificanti hanno sull’attività sessuale di donne in stato interessante. Mentre lo studio indicava il DEHP, un ftalato a basso peso molecolare, come il possibile “colpevole” di un ipotizzato calo nel desiderio delle donne, i titoli degli articoli evidenziavano l’influenza negativa del “PVC” sull’attività sessuale delle donne.
Non vogliamo entrare nel merito dello studio lasciando una risposta sulla validità di questo studio alla nota dell’ECPI, l’associazione europea dei produttori di plastificanti, disponibile sul sito dell’associazione in cui, oltre a contestare nel metodo e nel merito lo studio viene sottolineato che:
• Vi è contraddizione tra il titolo dello studio e l’abstract pubblicato; nel titolo si fa riferimento a 360 donne americane in premenopausa mentre nell’abstract ci si riferisce a al periodo precedente al parto; in ogni caso sia che lo studio includa donne in premenopausa o incinta, entrambi I gruppi sono soggetti a cambiamenti e squilibri ormonali;
• Non si evidenzia la fonte dell’eventuale assunzione di ftalati da parte dei soggetti esaminati.
• Lo studio non rende disponibili i dati scientifici a supporto delle affermazioni contenute;
• Per avere le informazioni sui problemi sessuali non sono state effettuate interviste ma è stato utilizzato un questionario;
• Non è stato reso noto se i ricercatori conoscevano il livello dei metaboliti presente nelle singole persone sottoposte a valutazione attraverso il questionario;
• Lo studio analizza i metaboliti di uno specifico ftalato, il DEHP, mentre dice che non c’è una significativa associazione con i metaboliti degli altri ftalati; cioè una possibile significativa associazione statistica è stata osservata solo per il DEHP e quindi non è corretto estendere i risultati agli altri ftalati.
Ai commenti sui risultati della ricerca, c’è da aggiungere che in Europa la classificazione e l’utilizzo delle sostanze è regolata dal Regolamento Reach, che è la più completa e rigorosa legislazione presente al mondo che assicura un uso sicuro di tutte le sostanze chimiche, inclusi i plastificanti.
Proprio sulla base del Reach, solo gli ftalati a basso peso molecolare (come il DEHP) sono stati classificati, sulla base di studi sugli animali, per i loro effetti sulla riproduzione e sono stati limitati nell’uso e nelle quantità utilizzabili. Gli ftalati a basso peso molecolari sono stati sottoposti al rigido percorso autorizzativo previsto dal Reach e possono essere utilizzati solo in quelle applicazioni/tecnologie autorizzate dall’ECHA, l’agenzia europea per le sostanze chimiche incaricata dell’attuazione delle procedure Reach.
Grazie all’attuazione di REACH, all’impegno della filiera del PVC e ai cospicui investimenti da parte dell’industria dei plastificanti, in Europa si assiste da quasi vent’anni ad una forte tendenza del mercato all’aumento dell’utilizzo di ftalati ad alto peso molecolare e di plastificanti alternativi. Il grafico seguente, elaborato da ECPI, l’associazione europea dei produttori di plastificanti, mostra la forte contrazione dell’uso del DEHP negli ultimi anni.
Anche i trasformatori italiani hanno dato il proprio contributo alla riduzione dell’utilizzo del DEHP; per esempio i trasformatori di film e calandrati e di compounds associati al PVC Forum Italia hanno aderito a due marchi volontari, Vinyl Quality Film e Green PVC Compound, che prevedono tra i criteri da rispettare anche quello di non utilizzare DEHP come plastificante. Per approfondimenti si rimanda al sito www.pvcforum.it e al sito www.pvccompoundsitalia.org.
Proprio di recente è stato effettuato un aggiornamento dell’indagine sull’utilizzo del DEHP da parte degli aderenti al Marchio Green PVC Compound. Nella tabella allegata, in coerenza con la precedente tabella dei consumi a livello europeo, mostriamo il risultato dell’indagine 2013 in confronto con quella effettuata nel 2008 che dimostra il significativo contributo della filiera italiana al raggiungimento dei risultati che la filiera europea si era posta attraverso i programmi volontari Vinyl 2010 e VinylPlus.
2008 2013
% DEHP utilizzate per tonnellata di compound prodotto 0,105 0,035
Ma con questo articolo vogliamo principalmente ribadire alcuni dei concetti già espressi nel precedente articolo pubblicato su Polimerica, con cui abbiamo aperto questo documento. Quei concetti dovrebbero essere sempre tenuti a mente da chi riporta al pubblico notizie e informazioni di impatto sul cittadino, sul consumatore e sul mercato.
In particolare, senza ripetere quanto riportato nel suddetto articolo, dovrebbe essere chiaro a tutti che:
1. Non è corretto mettere automaticamente in “relazione certa” l’impatto di una sostanza considerata “pericolosa” per la salute e l’ambiente con il manufatto che potrebbe contenerla. E’ errato e superficiale dire che siccome il manufatto in PVC potrebbe contenere del DEHP, anche gli altri plastificanti e tutto il PVC è “pericoloso”;
2. Piuttosto sarebbe più corretto indicare la sostanza specifica come pericolosa, dicendo che potendo essere presente in certi prodotti, sarebbe indicato evitarne l’uso in certe applicazioni;
3. Siccome il Regolamento Reach è valido solo per le aziende che producono sul territorio europeo, e quindi anche in Italia, dovrebbe essere chiarito che i risultati di ricerche sviluppati in altre aree del mondo potrebbero non essere validi per la popolazione e per l’ambiente europei dove la sostanza sotto esame è da anni strettamente controllata. Esiste invece il rischio che sostanze proibite in Europa possano essere importate da paesi in cui tali sostanze sono permesse e chiedere maggiori controlli proprio su prodotti importati per verificare l’effettiva rispondenza delle norme europee. (un esempio sono le importazioni di braccialetti fatti con gli elastici, i cosiddetti ‘ oom bands', di cui ha parlato la stampa qualche tempo fa, privi del marchio CE, ossia non conformi ai requisiti di sicurezza prescritti dalla legge europea, e dunque illegali).
Carlo Ciotti, PVC Forum Italia
© Polimerica - Riproduzione riservata
Viale Kennedy , 986 - 21050 Marnate (VA)
Tel: 0331 389077 - Fax: 0331 389078
Web: www.vanettimaster.com/ - Email: vanetti@vanettimaster.com
Via Savona, 97 - 20144 Milano (MI)
Tel: +39 02.47711169 - Fax: +39 02.47711188
Web: www.plasticconsult.it - Email: info@plasticconsult.it
Via F. de Sanctis, 74 - 20141 Milano (MI)
Tel: +39 02.21118692
Web: www.plasticfinder.it/ - Email: info@plasticfinder.it
Viale Buonarroti, 10 - 28100 Novara (NO)
Tel: 0321 398648 - Fax: 0321 398650
Web: www.leanplastic.it - Email: info@grecuconsulting.com
Abbiamo visitato la fabbrica di Haitian dove vengono realizzate in un ciclo integrato e altamente automatizzato le macchine della serie Mars.
Olians Plast introduce un nuovo servizio per la sua gamma di polimeri termoplastici rigenerati OLIFOUR.