Frammenti nello stomaco del 90% dei volatili, secondo le stime di un recente studio angloaustraliano.
4 settembre 2015 05:10
Gli uccelli marini scambiano la plastica per cibo, con il risultato che il 90% di questi animali, secondo un recente studio angloaustraliano, potrebbe aver ingerito frammenti di sacchetti, tappi di bottiglia, fibre e altri rifiuti.
Lo studio, condotto da ricercatori del CSIRO - Commonwealth Scientific and Industrial Research Organisation (Australia) e dell’Imperial College di Londra è stato pubblicato sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Science” (PNAS).
Il risultati sono frutto di una simulazione che parte da dati effettivamente rilevati in ricerche condotte tra il 1962 e il 2012 su 135 specie di uccelli, in ottanta delle quali (59%) sono stati ritrovati, nel tempo, frammenti di plastica. La percentuale di animali nel quale sono stati effettivamente ritrovati pezzi di plastica nello stomaco è del 29%. Partendo da questi dati, normalizzando per tempo e numero di specie, gli scienziati sono giunti alla stima del 90%.
“Una così ampia diffusione è confermata da alcune analisi sul campo che abbiamo svolto, dove abbiamo trovato quasi 200 pezzi di plastica in un solo uccello marino”, afferma Hardesty Denise Hardesty del CSIRO.
Secondo i ricercatori, se non si porrà rimedio al marine littering, nel 2050 la percentuale salirà al 99%, ovvero la quasi totalità dei volatili che si nutrono di organismi marini.
I primi studi, condotti negli anni sessanta del secolo scorso, avevano rilevato pezzi di plastica nel 5% degli uccelli, percentuale drammaticamente salita all’80% nel 2010, fino all’attuale 90%.
L’area più colpite da fenomeno è localizzata nell’Oceano Antartico, ai confini meridionali di Australia, Sud Africa e Sud America, dove è si riscontra una maggiore diversità di specie. Questa volta la colpa non è delle “isole” di rifiuti plastici che galleggiano in mezzo agli oceani (garbage patches), poco frequentate dai volatili, né dai microframmenti ingeriti dai pesci, quanto dalle correnti che trasportano a riva frammenti di plastica più grandi e variopinti, scambiati dagli uccelli per cibo, con effetti anche letali quando ingeriti.
Le strategie contro il marine littering possono risultare efficaci, spiegano i ricercatori: in particolare misure per la riduzione degli imballaggi e degli articoli monouso, o una maggiore diffusione di cestini e contenitori per la raccolta differenzata. Dove applicate, come in Europa, si è registrata un’inversione di tendenza in meno di un decennio.
Studio completo: “Threat of plastic pollution to seabirds is global, pervasive, and increasing,” bdiy Chris Wilcox, Erik Van Sebille e Britta Denise Hardesty
10.1073/pnas.1502108112
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