Quercetti & C è stata fondata nel 1950 da Alessandro Quercetti: da allora produce in Italia giocattoli educativi in plastica.
30 ottobre 2015 06:26
Nel mondo dei giochi in cui la plastica è protagonista non ci sono solo i mattoncini in ABS di Lego. Almeno tre generazioni di italiani hanno giocato con i chiodini di plastica creati nel 1950, esattamente 65 anni fa, da Alessandro Quercetti, fondatore della Quercetti & C.
L’azienda torinese rappresenta uno degli esempi più longevi dell’industria del giocattolo in Italia, un comparto che, nella maggior parte dei casi, ha dovuto arrendersi allo strapotere dei produttori asiatici.
La storia di questa impresa, come altre che hanno fatto grande il made in Italy, merita di essere raccontata. Inizia alla fine della Seconda guerra mondiale, con il ritorno in Italia del giovane Alessandro Quercetti, che dopo aver prestato servizio nell’aviazione durante il secondo conflitto mondiale deve ricostruirsi una vita nella Torino del Dopoguerra. Trova lavoro come operaio in una fabbrica di giocattoli, che chiuderà di lì a poco. Ma intanto si appassiona a questi prodotti e nel 1950 decide di mettersi in proprio, fondando l’azienda che ancora oggi porta il suo nome.
Oggi la fabbrica è più grande, più tecnologica - nei reparti sono in funzione 30 presse per stampaggio e tre linee per la produzione di giochi magnetici -, ma alla guida dell’azienda c’è sempre la stessa famiglia, i figli di Alessandro: Andrea, Alberto e Stefano. I giochi si sono evoluti, ma l’impronta è la stessa impressa 65 anni dal fondatore: costruire giochi tradizionali, manuali, intelligenti. E la star dell’azienda è sempre il “Chiodino” in plastica dai tanti colori, che collocato su un supporto forato consente di liberare la fantasia dei bambini. Intuizione di Alessandro Quercetti, che ha reso il marchio e i suoi giochi riconoscibili in tutto il mondo.
La gamma dei giochi nel tempo è decuplicata, e sono cambiati materiali e tecnologie produttive: ai chiodini, si sono aggiunti biglie, costruzioni, aerei, magneti. Ma ogni pezzo viene realizzato ancora oggi in Italia, nello stabilimento di Torino, dove l’aziende può vantare di essere una delle pochissime realtà con un controllo diretto dell’intera filiera produttiva: “Tutto il lavoro, a partire dalla progettazione del giocattolo fino al confezionamento del prodotto finito è interamente realizzato in Corso Vigevano. L’intero ciclo di produzione, concept, prototipazione, sviluppo, costruzione stampi, stampaggio, confezionamento, spedizione è svolto in Italia con manodopera residente, sviluppando un indotto sul territorio”.
L’azienda, come tante in Italia, ha subìto gli effetti della crisi economica, che ha colpito anche il mondo del giocattolo. Dopo tre anni di contrazione, nei primi 8 mesi del 2015, che rappresentano circa il 40% del giro d’affari totale, il mercato italiano del giocattolo ha mostrato segnali positivi, con una crescita del 7,8% a valore. Un leggero segnale positivo si era intravisto a fine 2014 sul fronte dalle vendite, con un +0,9% rispetto al 2013.
Anche per Quercetti & C. il 2015 ha mostrato segnali positivi, grazie all’incremento delle vendite online (tramite Amazon +40% rispetto al 2014) e a nuovi accordi con importanti catene della grande distribuzione, a cominciare da HdG con i punti Toys Center (+44%) e i negozi Trony.
Anche quest’anno il prodotto più venduto resta il gioco dei chiodini: alla versione classica, si affianca quest’anno una nuova versione del gioco pensato per un pubblico adulto, Pixel Art, gioco di composizione che permette di realizzare ritratti con i chiodini colorati, disponibile in un formato più grande e modulare.
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