27 aprile 2016 07:24
L’agenzia europea sulla sicurezza alimentari, EFSA, sta mettendo insieme un gruppo di lavoro costituito da esperti internazionali per valutare nuove evidenze scientifiche emerse sui potenziali effetti del bisfenolo A (BPA) sul sistema immunitario di feti e e bambini piccoli.
La revisione nasce da un rapporto dell’Istituto nazionale olandese per la salute pubblica e l’ambiente (RIVM) che esamina criticamente due studi che descrivono gli effetti pre- e perinatali del BPA sul sistema immunitario (a cura di Menard et al. 2014), non ancora pubblicati nel 2014, in occasione della valutazione del rischio da BPA elaborata dall’Agenzia. Il rapporto raccomanda di incrementare la ricerca sulle alternative al BPA e di consigliare ai consumatori di ridurre la propria esposizione al BPA da alimenti e altre fonti.
L’EFSA - si legge in una nota - ha accettato la richiesta del Ministero della Salute olandese di esaminare i risultati del rapporto RIVM e analizzerà, nello specifico, la tossicità del BPA per il sistema immunitario alla luce di queste nuove evidenze. Il gruppo di esperti scientifici dell’EFSA sui materiali a contatto con gli alimenti, gli enzimi, gli aromatizzanti e i coadiuvanti tecnologici (gruppo CEF) diffonderà una dichiarazione scritta sull’argomento nei prossimi mesi.
Nel frattempo restano in vigore i limiti fissati due anni fa dall’EFSA, che ha ridotto la dose giornaliera tollerabile (DGT) per il BPA da 50 microgrammi per chilogrammo di peso corporeo al giorno (µg/kg di peso corporeo/giorno) a 4 µg/kg di peso corporeo/giorno. L’Agenzia si è impegnata a valutare di nuovo il BPA quando, nel 2017, sarà disponibile uno studio biennale del National Toxicology Program statunitense e, a questo scopo, sta elaborando un “protocollo scientifico” per la ricerca sistematica in letteratura scientifica e per la revisione trasparente di tutte le nuove evidenze scientifiche non incluse nella sua precedente valutazione. Il nuovo parere scientifico è atteso entro il 2018.
l Bisfenolo A appartiene a un gruppo di sostanze chimiche potenzialmente in grado di interagire con i sistemi ormonali dell’organismo, ossia sostanze che alterano il sistema endocrino. E’ presente in alimenti, materie plastiche (policarbonato, epossifenoliche), carta termica e prodotti cosmetici.
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