7 giugno 2017 12:48
In Italia, l’anno scorso sono state trasformate 650.000 tonnellate di PVC, praticamente senza variazione rispetto ai due anni precedenti, quasi equamente suddivise tra PVC rigido (332.000 ton, in aumento rispetto al 2015) e PVC plastificato (318.000 tonnellate, in lieve calo).
È quanto emerge dallo dallo studio “Il consumo di PVC in Italia – 2016”, commissionato come ogni anno dall’associazione di filiera PVC Forum Italia alla società di consulenza Plastic Consult.
Scendendo in dettaglio, tra le tecnologie produttive, per il PVC rigido si registra la crescita dell’estrusione di profilati per battiscopa, porte a soffietto, recinzioni, cabine balneari e altro, mentre nel plastificato si muovono le applicazioni di rivestimento cavi e calandratura.
Segmentando i consumi per settori industriali di destinazione, al primo posto si conferma l’edilizia, che con 197.500 tonnellate rappresenta il 30,4% del mercato totale. Al suo interno le tubazioni si confermano la principale applicazione con 94.500 tonnellate trasformate (inclusi i tubi per fluidi industriali), destinate soprattutto a fognature, tubi di scarico e tubi in pressione. Per quanto riguarda serramenti e avvolgibili, i volumi prodotti in Italia si attestano su valori simili all’anno precedente (leggi approfondimento).
Il secondo settore applicativo, l’imballaggio, copre il 14,2% dei consumi di PVC con 92.000 tonnellate, in lieve calo rispetto al 2015. In questo segmento crescono elettrotecnica, articoli medicali e prodotti per usi tecnici e vari (valigeria, lastre espanse, nastri trasportatori).
Infine, si segnala la rilevanza delle esportazioni di compound, che l’anno scorso si sono attestate a 24.000 tonnellate per il PVC rigido (senza variazioni rispetto al 2015) e a 62.000 tonnellate per quello plastificato (in calo).
La produzione totale di PVC riciclato in Italia nel 2016 è stimata dai ricercatori intorno alle 90mila tonnellate tra pre consumo e post consumo). La resina rigenerata viene generalmente miscelata con percentuali variabili di polimero vergine. Il PVC rigido recuperato trova una “seconda vita” soprattutto nella produzione di tubi, profilati e monofili per spazzole. Per quello plastificato, che assorbe il grosso del riciclato post consumo, i principali impieghi si trovano nell’estrusione di tubi da giardino e di membrane impermeabilizzanti, ma volumi significativi trovano applicazione anche nel settore delle calzature, per la produzione di suole.
In Europa l’ultimo Bilancio di VinylPlus, Impegno Volontario dell’industria del PVC per la sostenibilita, conferma un trend del riciclo in costante crescita. Secondo gli ultimi dati forniti nel corso del VinylPlus Sustainability Forum 2017, tenutosi a maggio (leggi articolo) sono 568.696 le tonnellate di PVC complessivamente riciclate lo scorso anno nel Vecchio continente, in crescita del 10% rispetto al 2015 e in linea con l’obiettivo dichiarato di recuperarne 800.000 all’anno entro il 2020. I maggiori volumi riciclati provengono da profili finestra e prodotti correlati e da cavi.
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