16 ottobre 2017 07:44
Il polo petrolchimico di Porto Marghera compie quest’anno cento anni e per celebrare l’evento sono state organizzate mostre, iniziative culturali e visite guidate aperte ai cittadini.
Venerdì scorso è stata inaugurata, presso il centro informativo permanente al padiglione Antares del Vega, la mostra dal passato al presente di Marghera, con un focus sulla bioraffineria, Versalis, Syndial e Eniprogetti e i relativi prodotti e tecnologie. Il centro Antares del Vega è anche il punto di partenza degli itinerari didattici per i cittadini e per le scuole, che si svolgeranno dal 16 ottobre 2017 al 27 maggio 2018 con lo scopo di far conoscere l’area industriale, portuale e di servizi, le fabbriche e le produzioni vecchie e nuove, le innovazioni tecnologiche, il lavoro quotidiano.
Dal 3 novembre, Palazzo Ducale ospiterà invece una mostra di arte contemporanea pensata per le giovani generazioni: un percorso che si articolerà tra le dieci stanze dell’appartamento del Doge, ognuna ispirata ai principali materiali presenti nelle lavorazioni di Porto Marghera. La musica sarà uno dei protagonisti delle celebrazioni: il 3 novembre, infatti, l’inaugurazione della stagione sinfonica del Teatro La Fenice, si aprirà con un concerto dedicato al centenario di Porto Marghera.
Informazioni sulla storia del polo petrolchimico e sulle iniziative in corso sono reperibili sul sito www.portomarghera100.it promosso dal Comitato nazionale per il centenario di Porto Marghera.
LA STORIA. L’atto di nascita del polo risale al 1917 con la firma della Convenzione tra Stato, Comune di Venezia e Società Porto Industriale per la costruzione del Nuovo Porto di Venezia in zona Bottenigo come ampliamento della Stazione Marittima di Venezia. Un progetto moderno per l’epoca, che fin dalla concezione prevedeva quattro aree: porto e zona industriale, porto commerciale, porticciolo dei petroli e nuovo quartiere urbano. I primi insediamenti industriali risalgono al 1924, legati al settore petrolifero e a quello dell’agricoltura e due anni più tardi viene costruito il primo impianto di raffinazione italiano.
Per arrivare alla chimica occorre però aspettare il dopoguerra: nel 1950 vengono aperti i primi impianti per la chimica di base, mentre il petrolchimico risale ai primi anni ’60, con un’espansione nel 1966, in seguito alla fusione tra Edison e Montecatini, con la costituzione di Montedison. Porto Marghera ha supportato, con le sue produzioni, il boom economico, mentre a partire dagli anni ’80 inizia il declino, con l’abbandono progressivo delle produzioni materie plastiche e specialità chimiche.
Ciò nonostante, l’area industriale resta ancora oggi una realtà economica rilevante per il territorio, in cui lavorano più di 10.000 persone: la crisi dei settori manifatturieri tradizionali è stata infatti in parte compensata dallo sviluppo di un’economia “immateriale” basata su terziario e logistica.
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