14 novembre 2017 11:02
Le associazioni dell’industria chimica europea, rappresentata da Cefic, e di quella britannica (CIA, Chemical Industries Association) hanno diffuso una dichiarazione congiunta con raccomandazioni sul futuro rapporto commerciale post-Brexit tra l’Unione europea e il Regno Unito riguardo a temi cruciali quali l’integrità della supply chain, dazi e procedure doganali, libero movimento di merci e persone, investimenti, coerenza regolamentare e certezza del diritto.
Secondo il documento firmato da Cefic e CIA (in allegato), affinché l’industria chimica resti sana sana e vitale è necessario che vengano sciolti alcuni nodi nel corso delle trattative in corso tra Brruxelles e Londra. In primo luogo, l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea (Brexit) senza aver prima siglato un nuovo accordo commerciale sarebbe il peggiore risultato possibile ed è comunque essenziale un periodo di trasizione.
Sono inoltre indispensabili procedure doganali quanto più possibile in linea con quelle attuali, la continuità della libera circolazione dei lavoratori specializzati e l’istituzione di misure concrete che facilitino gli investimenti e la crescita dell’industria chimica europea. Infine, è necessaria una coerenza regolamentare per mantenere parità di condizioni tra l’UE a 27 e il Regno Unito.
“Considerando che il commercio chimico attraverso la Manica ammonta a oltre 40 miliardi di euro e vista la stretta interconnessione delle filiere (supply chains), siamo molto preoccupati che la Brexit possa causare distorsioni sui mercati della chimica - nota Marco Mensink, Direttore Generale di Cefic -. Le imprese hanno bisogno di chiarezza sulle relazioni future e di conoscere, prima possibile, le disposizioni che si applicheranno nel periodo transitorio, in modo da potersi preparare in tempo”.
Per Steve Elliott, direttore di CIA - l’associazione che rappresenta le aziende chimiche e farmaceutiche britanniche, la Brexit è una sfida enorme, sia per la UE che per il regno Unito: “Invitiamo i negoziatori di entrambe le parti a fare progressi rapidi, in modo che le trattative possano spostarsi su future relazioni bilaterali capaci di garantire una crescita in ogni area del Continente. Questa crescita - aggiunge Elliot - può essere raggiunta con lo sviluppo di una politica industriale che renda l’Europa un luogo attrattivo dove investire e dove l’industria chimica possa prosperare e continuare a fornire risposte alla società, compresa la crescita occupazionale a livello europeo".
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