19 dicembre 2017 12:38
La Guardia di Finanza di Varese ha scoperto un giro di false fatturazioni per circa 7 milioni di euro nell’ambito della commercializzazione di materie plastiche e impianti di trasformazione.
SCOPERTE TRE CARTIERE. Nel corso delle indagini, durate oltre un anno, sono state individuate tre società varesine che fungevano da ‘cartiere’. Quattro persone sono state denunciate per diversi reati fiscali, tra cui emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, dichiarazione fraudolenta, omessa dichiarazione ed occultamento e distruzione delle scritture contabili, al fine di evadere le imposte.
Come già accaduto in passato, la frode fiscale veniva perpetrata costituendo di società “cartiere”, soggetti di fatto inesistenti e privi di qualsivoglia struttura aziendale (impianti, magazzini, beni strumentali, personale o altro), una delle quali con sede fittizia nel centro di Varese, create con il solo scopo di emettere fatture per operazioni soggettivamente inesistenti.
IL MECCANISMO. Queste aziende - spiegano i finanzieri - acquistavano i prodotti, spesso su richiesta degli acquirenti finali che fornivano anticipatamente il denaro, in esenzione IVA, grazie a false dichiarazioni di intento. In seguito, mentre la merce transitava direttamente tra il reale venditore e l’acquirente, dal punto di vista cartolare veniva fatta risultare l’interposizione della “cartiera” la quale, non versando l’IVA a debito, consentiva al cliente finale un doppio vantaggio: acquistare i beni a prezzi più bassi, garantendosi una maggiore ma sleale competitività sul mercato, e generare un ingente credito IVA che veniva indebitamente portato in compensazione.
INDAGATI ANCHE I CLIENTI. Dopo aver individuato le cartiere, l’attenzione dei finanzieri si è rivolta ai clienti, due dei quali attivi a Varese e provincia, accusati di aver sistematicamente utilizzato false fatture, in un caso per oltre il 90% degli acquisti fatti a partire dal 2013. Oltre all’importo delle false fatture, pari a circa 7 milioni di euro, sono stati constatati oltre 2,7 milioni di euro di base imponibile evasa ed oltre 1,3 milioni di IVA dovuta.
In aggiunta, è stata avanzata richiesta di sequestro finalizzato alla confisca per equivalente di beni per importi pari all’IVA dovuta.
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