16 maggio 2024 08:51
Dal packaging biobased capace di allungare la conservazione di frutta e verdura a materiali ottenuti dagli scarti dell'industria ittica o dai granchi blu dell'Adriatico, fino al riciclo di fondi di caffè in resine termoplastiche: sono queste alcune delle otto proposte presentate a importanti venture capital europei durante l’Investor Arena Meeting di BioInvestIT, il primo investment forum dedicato alla bioeconomia circolare, ideato dal Cluster Spring e organizzato in collaborazione con ECBF (European Circular Bioeconomy Fund), Bio4Dreams, SACE, Scientifica VC e Terra Next.
Nel corso dell'evento, tenutosi il 14 maggio scorso presso la sede milanese di SACE, è stato anche assegnato il premio “Best presentation” alla start-up che ha meglio presentato agli investitori il proprio progetto. Lo ha ricevuto Relicta (nella foto), startup che si occupa di creare soluzioni di imballaggio sostenibili convertendo gli scarti della lavorazione del pesce in bioplastiche, che si è così aggiudicata una consulenza in materia di proprietà intellettuale.
“La bioeconomia circolare è fondamentale per decarbonizzare l'economia massimizzando l'efficienza e la sostenibilità delle soluzioni rinnovabili - ha spiegato Catia Bastioli, AD di Novamont e presidente del Cluster Spring -. Si tratta di un settore strategico per la competitività e la modernizzazione dell'industria Europea, come sottolineato dalla Vicepresidente della Commissione”.
Le 8 start-up finaliste a caccia di investitori sono:
Agreenet, che si propone di creare soluzioni innovative per aumentare la shelf-life di frutta e verdura attraverso lo sviluppo di materiali innovativi bioattivi, biodegradabili e biobased. Il suo prodotto di punta, PìFresc, è un tag/pod che, una volta posizionato all’interno dell’imballaggio o della confezione alimentare, rilascia gradualmente essenze naturali di grado alimentare con forti proprietà antimuffa.
Biochica mira a valorizzare i residui di biomassa in nuovi blocchi chimici (chitina e chitosano) da utilizzare in prodotti biobased destinati a diversi settori, dall’agricoltura ai biomateriali, dalla nutraceutica alla cosmesi. La start-up ha testato diversi residui di pesca locali in relazione alla loro disponibilità, con particolare attenzione ai granchi blu e dell’Adriatico, divenuti una minaccia per la biodiversità locale, e ai residui delle fabbriche di pesca (fabbriche di gamberi e granchi blu).
Coffeefrom si occupa di riciclare i fondi di caffè in materiali termoplastici con una logica circolare.
DND Biotech sviluppa soluzioni per il biorisanamento di terreni e acque sotterranee contaminati, attraverso l’uso di biotecnologie e zeoliti per proteggere l’ambiente.
Garum si propone di ridurre i sottoprodotti e di frenare il consumo eccessivo di sale (e di zucchero). Dopo sei anni di sviluppo, test e applicazioni nei laboratori di Laimburg, ha messo a punto re.garum, un ingrediente per condimenti sostenibile e naturale al 100% che sostituisce il sale da cucina e i condimenti industriali.
Isuschem è una start-up nata nel Dipartimento di Scienze Chimiche dell’Università di Napoli Federico II; opera nel settore dei prodotti chimici per uso industriale a base di acidi grassi derivati da scarti di oli vegetali, tra cui bioingredienti ottenuti dagli scarti della ristorazione o da colture marginali come il cardo e il cartamo.
Relicta lavora a soluzioni di imballaggio sostenibili convertendo gli scarti della lavorazione del pesce in bioplastiche biodegradabili, compostabili e solubili in acqua.
Tomapaint produce e commercializza una bioresina naturale (cutina) ottenuta da sottoprodotti della lavorazione industriale del pomodoro, principalmente le bucce, attraverso un processo di estrazione brevettato. L'obiettivo è sostituire le resine sintetiche nel settore del packaging con cutina ottenuta dagli scarti di pomodoro.
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