16 novembre 2018 08:01
A lanciare l’allarme sui riflessi per l’economia italiana della messa al bando degli articoli monouso in plastica nella UE per una volta non sono gli industriali, ma i lavoratori attraverso i sindacati di categoria. In particolare, la Femca Cisl campana, che in una nota definisce "disastrosi e per nulla gestibili, se non con la chiusura delle attività di produzioni”, gli effetti sull’attività industriale e, di riflesso, sull’occupazione della normativa in discussione a Bruxelles che limita e in alcuni casi vieta la commercializzazione di alcuni articoli monouso in plastica (leggi articolo).
"L’Italia, tra quelli europei, sarebbe il Paese maggiormente colpito e, conseguentemente, la Campania e la provincia di Salerno, dove insistono le maggiori aziende produttrici. Oltre 20.000 i lavoratori complessivamente interessati, tra diretti e indotto”, fanno sapere i sindacati, che forse sovrastimano un po' il settore (gli addetti diretti in Italia sono circa tremila e l’indotto non è sempre facile da quantificare), ma sono ben consci degli effetti deleteri sul lavoro, che nel comparto degli articoli monouso è concentrato prevalentemente nel Mezzogiorno, già disastrato sul fronte occupazionale.
Per la Cisl di Salerno e la sua categoria dei chimici, la Femca, "è necessario – da subito – lanciare un monito e un grido d’allarme ai parlamentari nazionali affinché tali scelte normative siano il frutto di meditati approfondimenti scientifici e non di ventate emotive ed ideologiche". “Con questo approccio - continua la nota -, la Cisl di Salerno chiederà alle aziende aderenti a Confindustria, peraltro già disponibili, a cominciare dall’azienda Aristea di Battipaglia ad un’azione comune, di costruire iniziative informative di contrasto alle ipotesi previste dalla direttiva europea sui materiali monouso in plastica”.
Secondo Gerardo Ceres e Gerardo Giliberti, rispettivamente segretario generale della Cisl Salerno e segretario generale della Femca Cisl provinciale: “nel Salernitano avremmo effetti significativi sul piano occupazionale e della struttura produttiva del comparto. Occorre sin da subito sventare il rischio di chiusure di attività e dei conseguenti licenziamenti, mobilitando i lavoratori e stringendo alleanze con i parlamentari della nostra provincia per soluzioni legislative equilibrate, economicamente e socialmente sostenibili”.
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