Nel mese di
marzo, con le fabbriche ferme e le concessionarie chiuse, le
immatricolazioni di auto sono state
28.326, in calo del
-85,4% rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Nei primi
tre mesi dell’anno il volume si attesta su 347.193 unità, con una flessione del
-35,5% (-7,3% nei primi due mesi).
“La filiera automotive si trova oggi di fronte ad una
situazione senza precedenti, nel quadro della crisi economica più pesante dal secondo dopoguerra in cui la pandemia ci ha scagliato – afferma
Paolo Scudieri, Presidente di
Anfia -. I numeri del mercato auto a marzo raccontano quindi la gravità e l’eccezionalità di questo momento, in cui viviamo un
doppio shock: sull’offerta, con il blocco degli stabilimenti produttivi e sulla domanda, con l’inibizione dei consumi dovuta alla chiusura della rete di vendita”.
Per Scudieri è
impari il
confronto con
marzo 2019, quando - nonostante un calo di mercato del 9,6% - le immatricolazioni avevano superato le 194.000 unità e la produzione si era attestata sopra le 53.000 autovetture, di cui oltre la metà destinate ai mercati esteri.
Anfia ritiene necessari
interventi a supporto della
liquidità, per consentire alle aziende di far fronte al crollo della domanda e del fatturato: “Chiediamo la conversione delle perdite fiscali in
credito d’imposta, l’introduzione di
finanziamenti agevolati del capitale circolante con durata fino a 10 anni e garanzia dello Stato, la
sospensione di tutti i pagamenti per
imposte, tasse e contributi previdenziali e assistenziali fino alla fine del periodo di emergenza e una riduzione dei tempi necessari ad ottenere il rimborso dei crediti d’imposta - sostiene Scudieri -. Fondamentale anche sostenere le attività di
ricerca, sviluppo e innovazione, nonché gli investimenti in
beni strumentali, agendo in maniera analoga sul credito d’imposta introdotto dalla legge di bilancio 2020”. Tra le misure richieste dalla filiera automotive anche un rafforzamento del
bonus esistente per le vetture elettrificate e l’inclusione di un’ulteriore fascia incentivabile per vetture ad alimentazione alternativa, fino a 95 g/km di CO2. Per il comparto delle auto aziendali, inoltre, sarebbe opportuno allineare la tassazione italiana a quella degli altri Paesi UE, innalzando la detraibilità IVA dal 40% al 100%.
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