23 settembre 2022 08:41
L'impronta ambientale dei prodotti (Product Environmental Footprint - PEF) individuara dalla Commissione europea come metodologia per la valutazione dell'impatto ambientale dei prodotti non premierebbe adeguatamente i materiali ottenuti da materie prime biobased rispetto a quelli di origine fossile. E senza incentivi, si attenua l'interesse a sostituire materie prime fossili con rinnovabili di origine biologica.
É questa la posizione espressa in un documento da Cefic, la federazione dell'industria chimica europea, che - insieme ad altre associazioni - propone un metodo alternativo in grado di migliorare la contabilità del carbonio biogenico.
“I meriti della biomassa che cresce assorbendo l'anidride carbonica dall'atmosfera attraverso la fotosintesi non vengono riconosciuti come dovrebbero - sottolinea Bernard de Galembert, Sector Group Manager di Cefic -. Per una bioeconomia fiorente in Europa, è necessario rimediare a questa situazione”.
Per illustrare il problema, l'associazione ha pubblicato tre grafici, riportati qui sotto:
Nei primi due viene riportata la metodologia di calcolo oggi adottata per calcolare l'impronta ambientale dei prodotti, mentre nel terzo quella proposta da Cefic (i valori sono puramente indicativi). Prendendo come esempio due prodotti identici, uno basato su materie prime fossili e l'altro su feedstock biobased e - per semplificare - ipotizzando che abbiano la stessa impronta di CO2 nelle fasi di produzione e logistica nonché utilizzi gli stessi usi finali, l'unica differenza è nell'emissione di CO2 alla culla, dove il biobased risulta negativo (a causa dell'assorbimento di CO2) e il fossile è pari a zero. Con il nuovo approccio (terzo grafico), si evidenzia l'effettiva differenza nell'impronta di CO2 tra i prodotti derivati da biomassa e quelli fossili in ogni fase del ciclo di vita.
I prodotti a base biologica sono utilizzati in un'ampia gamma di applicazioni, tra cui energia, tessile, materie plastiche, chimica, farmaceutica, igiene, alimentazione. A luglio, nove associazioni europee, che rappresentano le industrie che producono prodotti a base biologica, hanno proposto una metodologia alternativa per una contabilizzazione più accurata del carbonio da biomassa nell'impronta ambientale del prodotto (PEF). Questa si basa sull'allocazione di crediti per la rimozione di CO2 alla biomassa quando prodotta e sulla penalizzazione della CO2 (di origine biologica e fossile) quando effettivamente rilasciata in atmosfera.
Con questo approccio, tutta la CO2 rilasciata a fine vita viene conteggiata tra le emissioni, indipendentemente dal fatto che sia biogenica o fossile. In tal modo, non è più necessario tenere traccia dell'origine del carbonio nel prodotto e si evita il doppio conteggio dei crediti di CO2, riducendo qualsiasi errore.
Anche Cefic è d'accordo, convinta che l'utilizzo di tale metodologia sarà più intuitivo e trasparente, oltre a essere conforme a ISO e CEN. Consentirà inoltre ai consumatori di prendere una decisione di acquisto informata, sulla base dei benefici climatici dimostrati e trasparenti delle soluzioni a base biologica.
Vedi anche: Towards an accurate accounting for carbon from biomass in the Product Environmental Footprint - PEF (scarica il PDF)
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