Il polo chimico potrebbe risorgere con la chimica sostenibile e le rinnovabili.
29 luglio 2011 07:43
In attesa di conoscere il destino degli impianti PVC di Vinyls Italia – il cui futuro appare sempre meno roseo - si cerca di ridisegnare il futuro di Porto Marghera al di fuori delle tradizionali produzioni chimiche.
Una prima riflessione è stata fatta nei giorni scorsi a Ca' Farsetti, sede del Comune di Venezia, durante i lavori del 'Tavolo di lavoro interassessorile per il consolidamento, lo sviluppo e la riconversione di Porto Marghera', che ha ribadito la vocazione industrale dell'area del petrolchimico "senza se e senza ma”. Area che potrà trovare nuova linfa attraverso un processo di reindustrializzazione articolato su chimica verde, energie rinnovabili e riciclo dei rifiuti. Linee guida che saranno inserite nel Piano d'assetto territoriale (Pat) in approvazione nei prossimi mesi.
"Lo sviluppo di Porto Marghera ha bisogno di idee forti, di linee guida chiare - ha dichiarato l'assessore comunale alle attività produttive Antonio Paruzzolo - e noi, come Amministrazione, dobbiamo contribuire a trovare soluzioni durature, che mettano in moto processi virtuosi su cui costruire la Marghera del prossimo futuro."
Paruzzolo ha anche annunciato un nuovo progetto, che sarà ufficialmente presentato a settembre, per sviluppare il Parco urbano dell'isola della Certosa, attraverso l'utilizzo di biomasse e biocombustibili, e la realizzazione di impianti di micro trigenerazione: nella stessa direzione va il progetto dell'Ecodistretto di Marghera, con impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili. Iniziative che avrebbero già ottenuto un finanziamento di sei milioni di euro da parte del Ministero dell'Ambiente, ai quali potranno aggiungersi altri 3 milioni di euro per lo studio di fattibilità dell'insediamento, sempre a Marghera, di nuove realtà imprenditoriali legate alla 'green economy'.
Secondo l'Assessore all'Ambiente del Comune di Venezia, Gianfranco Bettin: "Con questi e altri interventi in corso stiamo passando dal dire al fare. Da tanto tempo si sente parlare di proposte su Porto Marghera, senza che si sia mai arrivati a soluzioni concrete: salvo la cantieristica, l'attività logistico-portuale e il parco scientifico tecnologico, realtà che si sono affermate 'di fatto', per anni sono rimasti forti perplessità sulla destinazione del polo chimico. Con il Pat questi dubbi si sciolgono: entriamo in una nuova epoca storica per Porto Marghera, che conserverà la sua vocazione industriale, ma la rielaborerà secondo le linee dell'industria del terzo millennio e sulla base delle necessità dell'economia globale".
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