Il gruppo chimico tedesco stima di aumentare le vendite dell'80% nei prossimi dieci anni puntando su integrazione, specialità e innovazione.
30 novembre 2011 08:45
BASF traguarda il 2020 e sembra curarsi poco dell’Europa a crescita lenta e dell’euro in fin di vita. Anche perchè il vecchio continente conta e conterà sempre meno nei bilanci, come mostrano i numeri presentati ieri a Ludwishafen dai vertici (il CEO Kurt Bock insieme con il vice Martin Brudermüller e il CFO Hans-Ulrich Engel, nella foto) in occasione di una conferenza stampa internazionale indetta per illustrare le strategie future del gruppo.
Focus sulle specialità. Futuro che BASF vede rosa come il recente passato: nell’ultimo decennio, le vendite sono cresciute in media del 7,8% annuo (+4% i volumi), contro una crescita della produzione chimica a livello mondiale del 3% annuo, portando il giro d'affari da 33 a 64 miliardi di euro tra il 2001 e il 2010, anche grazie alla tenuta dei prezzi e ad una robusta politica di acquisizioni. Cifra che nelle previsioni del management salirà a 85 miliardi entro il 2015 per toccare quota 115 miliardi nel 2020 (con un incremento dell'80% rispetto ai livelli attuali), facendo leva su innovazione, investimenti e acquisizioni mirate. Un decennio, quello appena passato, che ha visto anche una ’pulizia’ del portafoglio prodotti, con dimissioni per circa 9 miliardi più che compensate da acquisizioni per 15 miliardi, nell’ottica di uno spostamento verso la chimica di specialità, a maggior valore aggiunto e a più bassa ciclicità. Sono usciti, per fare qualche esempio, farmaceutica, poliolefine e presto anche stireniche (confluite nella JV Styrolution) e fertilizzanti; dentro chimica per l’elettronica e l’edilizia, tecnopolimeri, catalizzatori, pigmenti e additivi per materie plastiche.
Crescere a velocità doppia del PIL. L’obiettivo per i prossimi dieci anni è mantenere uno 'spread' di due punti percentuali tra l’incremento annuo delle vendite e l'andamento della produzione chimica a livello globale (stimata nel +4% annuo), vale a dire crescere a un tasso medio annuo intorno al 6%, velocità doppia rispetto a quella dl PIL mondiale. Nello stesso periodo, BASF punta a raddoppiare il margine operativo (Ebit), portandolo dagli 11,1 miliardi dello scorso anno a 23 miliardi di euro nel 2020. Non tutte le aree del globo parteciperanno allo stesso modo ai risultati: prendendo come orizzonte temporale il decennio 2010-2020, la vecchia Europa vedrà crescere il giro d'affari da 33 a 53 miliardi di euro, ma la sua quota sul totale scenderà dal 52% al 46%. Viceversa, l'Asia Pacifico salirà da 13 a 29 miliardi e, in peso sul totale di gruppo, dal 20 al 25%. Il Nord America manterrà l’attuale peso (20% circa), pur ipotizzando una crescita delle vendite da 13 a 22 miliardi, mentre Sudamerica, Africa e Medio Oriente passeranno da 5 a 11 miliardi (dall’8% al 10% in peso). Detto in altri termini, nel 2020 BASF prevede di raddoppiare le vendite e i margini sui mercati emergenti e consolidare la sua presenza su quelli maturi, dove il focus si sposterà verso prodotti innovativi e sostenibili. Mercati emergenti che se oggi valgono solo il 22%, nel 2020 conteranno per il 45% sul fatturato consolidato.
Paola d'ordine: Verbund. Su come arrivare in salute al 2020, driblando crisi finanziarie e incertezze geopolitiche, il gruppo chimico tedesco sembra avere le idee chiare: integrità e integrazione (detto alla tedesca, "Verbund") non sono in discussione - "Siamo The Chemical Company, un'unica società, e così vogliamo restare", ha esordito Bock -, anzi, sono la chiave di volta per ottenere significativi vantaggi competitivi. Piuttosto, l’attenzione si sta rivolgendo ai settori valle, fornendo soluzioni e valore aggiunto all’industria manifatturiera, ovvero spostando il peso dalla chimica di base tradizionale e commodities a prodotti e soluzioni tailor-made, tra cui materiali funzionalizzati. Il peso di questi ultimi crescerà - nelle stime di BASF - dall’attuale 50 percento al 70 percento nel 2020. Bock ha voluto portare due esempi di questa visione: il prototipo di auto elettrica smart forvision sviluppata insieme a Daimler, dove la chimica BASF pervade molti componenti, dalle vernici alle plastiche (tra cui il primo cerchione in poliammide) e i generatori eolici.
La sostenibilità resta una chiave di volta delle strategie future del gruppo tedesco, anche perché la crescita della popolazione imporrà l’utilizzo di tecnologie avanzate per garantire l’accesso a beni primari come l’acqua potabile, il cibo e l’energia. Ciò spiega i recenti investimenti nelle tecnologie per la filtrazione dell’acqua e per le batterie destinate ai veicoli elettrici, un mercato potenziale, quest'ultimo, da 20 miliardi di euro, dove BASF spera di ritagliarsi una fetta intorno ai 500 milioni di euro.
Sul fronte degli investimenti, BASF ha in programma di destinare nei prossimi cinque anni circa 15 miliardi di euro per la crescita organica, il 30-40% dei quali nei mercati emergenti, quali Cina, Malesia e Brasile. Altri 15-20 miliardi sono previsti tra il 2016 e il 2020, con una quota leggermente più alta nei nuovi mercati (35-45%). La crescita si baserà anche su acquisizioni strategiche, purché rispondano ad alcuni criteri: una profittabilità superiore alla media dell'industria, focus sull'innovazione, capacità di fornire un reale valore aggiunto ai clienti e anticiclicità. Dal punto di vista finanziario, un criterio è garantire un ritorno sull'investimento pari almeno all'8%, al netto delle imposte.
Dopo NEXT, arriva STEP. Nelle strategie del gruppo tedesco non manca un capitolo sul miglioramento dell'efficienza e la riduzione dei costi. Completato l'anno prossimo il programma NEXT (New EXcellence Targets), con 500 progetti di efficienza che porteranno a benefici per oltre un miliardo di euro l'anno, si passa a STEP (STrategic Excellence Program), che punta ad ottimizzare processi aziendali e impianti produttivi, con l'obiettivo di ottenere ulteriori contributi agli utili per 1 miliardo di euro entro il 2015.
Previsioni troppo ottimistiche e obiettivi ambiziosì Si vedrà, ma avere in testa un piano coraggioso e non temere il futuro è già un buon punto di partenza.
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